Auguri a Willem Dafoe. Se siete dei cinefili che cercano di stare al passo con i tempi, sicuramente da qualche anno usate l’app Letterboxd. Sì, quelli della domanda: “Quali sono i tuoi quattro film del cuore?”. Ormai diventata un tormentone sui social, soprattutto perché la fanno su ogni red carpet a tutte le star di Hollywood. Come è giusto che sia, è commovente vedere chi accosta Kubrick ai film di Jackie Chan. Comunque: l’app, a fine anno, fa ogni sorta di classifica, dai 10 film horror con i voti più alti agli attori che hanno dominato le visioni degli utenti. E sapete qual è stato l’attore più presente nel 2024? Willem Dafoe.
Faccia incredibile e inconfondibile, voce graffiante, una voglia insaziabile di affrontare ogni genere possibile. Dafoe il 22 luglio 2025 compie 70 anni e non potrebbe essere più rock. È vero: è presente in moltissimi film e tutti mai banali. Lo scorso anno è uscito con Kinds of kindness di Yorgos Lanthimos, in cui ha dato vita a tre personaggi differenti. Poi Beetlejuice Beetlejuice di Tim Burton, Saturday Night di Jason Reitman e Nosferatu di Robert Eggers. Un insieme di storie e autori che forse basterebbero per un’intera carriera e invece hanno rappresentato solo un anno nel percorso dell’attore.

Dafoe, inconfondibile perfezionista
Nel 2025 è già a quota due film: The Legend of Ochi e La trama fenicia di Wes Anderson. Ma tranquilli, c’è ancora tempo per dominare di nuovo la classifica di Letterboxd: ha almeno altri 7 progetti in cantiere, compreso un nuovo film con Eggers, Werewulf, che dopo i vampiri racconta anche i licantropi e in Dafoe ha trovato il proprio attore feticcio (da The Lighthouse non si sono più lasciati). Incredibilmente, nonostante gli oltre 150 film a cui ha partecipato, Willem Dafoe non ha mai vinto un Oscar, anche se è stato nominato quattro volte. Bisogna rimediare.
Quando non è a girare – quindi quasi mai a quanto pare – Dafoe, come diceva una pubblicità, ha scoperto di avere “o’ core italiano”: da 20 anni vive infatti tra Los Angeles, New York e Roma. Prima all’Esquilino, oggi fuori città, dove vive in una fattoria piena di alpaca. C’è chi può raccontare di averlo incontrato fare la spesa al supermercato. Ovviamente niente carne, perché è vegetariano e parla spesso di come, secondo lui, gli allevamenti di animali siano una delle cause più importanti di distruzione del pianeta. Pratica anche ashtanga yoga ogni giorno: forse è così che riesce a fare tutti questi film diversi.
Willem Dafoe e il legame con l’Italia
Nel 2005 ha sposato Giada Colagrande, attrice, regista e produttrice italiana, conosciuta l’anno prima sul set di Le avventure acquatiche di Steve Zissou di Wes Anderson. “Ho vissuto a New York per oltre 40 anni. Ho sposato un’italiana, lei non voleva rinunciare a vivere a Roma e io non ho avuto nulla da obiettare” ha detto nel 2019 nel programma tv Live with Kelly and Ryan.
Tra loro è stato amore a prima vista, tanto che il matrimonio è stato fatto senza pensarci troppo, come detto al Guardian nel 2009: “Il nostro matrimonio è stato molto impulsivo e romantico. Un giorno pranzavamo insieme e le ho detto: vuoi sposarmi domani? Ci siamo sposati il giorno dopo, in municipio, con solo due testimoni, i nostri migliori amici: il mio manager e il suo editore”.
Oltre alla passione per gli alpaca, lo yoga e l’Italia (non chiedetegli di parlare italiano durante le interviste però: non la prede bene), Willem Dafoe è, come dicevamo, un grandissimo attore. Un trasformista nato, nonostante abbia una faccia talmente particolare da risultare allo stesso tempo sempre riconoscibile e diverso in ogni ruolo. Ormai sono più di 50 anni che recita: ha cominciato giovanissimo, a 17 anni, con la compagnia teatrale Theatre X. il primo ruolo al cinema è arrivato invece nel 1980, sul set di un film leggendario, I cancelli del cielo di Michael Cimino. La sua scena fu tagliata e lui cacciato, a quanto pare perché si mise a ridere per una barzelletta durante una prova luci.

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Da David Lynch a Green Goblin in Spider-Man
Molto presto però sono arrivate collaborazioni con i migliori registi americani: Tony Scott lo ha voluto in Miriam si sveglia a mezzanotte (1983), in cui c’è anche David Bowie, Walter Hill in Strade di fuoco (1984), William Friedkin in Vivere e morire a Los Angeles (1985), Oliver Stone in Platoon (1986) e soprattutto Martin Scorsese in L’ultima tentazione di Cristo (1988), in cui Dafoe ha proprio il ruolo di Gesù.
Willem Dafoe negli anni ’90 ha collaborato poi con geni assoluti come David Lynch, in Cuore Selvaggio (1991), Paul Schrader in Lo spacciatore (1992) e David Cronenberg, che lo ha scelto per eXistenZ (1999). E poi anche Wim Wenders, Abel Ferrara, Spike Lee, Werner Herzog, Lars Von Trier, Sean Baker, Guillermo Del Toro. La presenza di Dafoe è sempre garanzia di cinema pensato da un autore.
Anche alle prese con il suo ruolo più pop, quello per cui forse è riconosciuto maggiormente dal grande pubblico, ovvero Green Goblin, villain dei fumetti Marvel, ha detto sì perché c’era un regista d’autore a guidare il timone: Sam Raimi, che nel 2002 ha portato per la prima volta l’Uomo Ragno sul grande schermo con il suo bellissimo Spider-Man. Tanti auguri Willem Dafoe
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