La partita è finita. Quindi se diciamo il risultato della finale di Wimbledon 2025 non è spoiler, vero? Ha vinto Jannik Sinner. Il primo italiano ad aver vinto Wimbledon. Vendicando, in qualche modo, la sconfitta di Berrettini del 2021.
Di commenti tecnici ne leggerete tanti. Di considerazioni ad alto tasso emotivo e retorico, pure. Qui andiamo oltre. E vi raccontiamo la partita a modo nostro sottolineando quello che è successo intorno a quello che è stato percepito come un vero e proprio evento. L’attesa per questa finale è stata come quella per la finale di un mondiale di calcio. E non abbiamo nemmeno dovuto aspettare quattro anni, perché la stessa emozione l’abbiamo vissuta poco più di un mese fa per la finale del Roland Garros.

E finale fu: Sinner finalmente sul trono di Wimbledon 2025
Più di tre ore per incoronare incontrovertibilmente Jannik Sinner Re di Wimbledon. Primo italiano della Storia ad esserci riuscito. di V. Carola
Wimbledon: una domenica tra falchi e piccioni
Anche la domenica della finale, come tutte le altre mattine del torneo, Rufus il falco ha fatto il suo solito giro perlustrativo dei campi. A lui spetta il compito di tenere lontani i piccioni, che, insomma, lo sapete quello che possono fare quando volano in libertà. Non solo possono disturbare i giocatori, ma anche lanciare quelli che, nella cultura popolare sono, diciamo così, messaggi di fortuna. In quella degli organizzatori invece sono delle macchie che contravvengono al total white. Inoltre, Rufus protegge le teste degli spettatori. Tutte, non solo quelle coronate. Se non ci credete, controllate Instagram dove Rufus ha il suo profilo!

Sinner e Alcaraz: la solitudine dei numeri primi
Il tennis è uno sport individuale. Se il concetto non vi è chiaro considerando che, almeno nel singolare, ci sono solo due giocatori in campo, riflettete sull’ingresso in campo dei giocatori. Tutto il corridoio per arrivare in campo, Sinner e Alcaraz, lo percorrono uno dietro l’altro senza nessuno accanto. Negli ultimi momenti prima di cominciare l’incontro sono soli. Non c’è nessuno a dargli una pacca sulla spalla o una parola di incitamento. Sono soli con la loro concentrazione. Uno che deve riuscire a vincere. L’altro che deve difendere il titolo conquistato l’anno scorso. Credo che un coltello per tagliare questo tipo di tensione non lo abbiano ancora inventato.
Neo tifosi VS tifosi patentati
Quelli che non sono riusciti a ottenere la liberatoria firmata da Panatta per essere autorizzati a dire “forza Sinner” senza essere aggrediti come fossero nuovi hooligans, sono andati in giro per negozi sportivi a scattarsi foto con una racchetta in mano, in modo da poter ribattere all’accusa dei tifosi certificati di non aver mai preso … una racchetta in mano. Appunto. Gli risponderanno con la foto e probabilmente anche con un’emoticon del dito medio.
Ovviamente son partite le chat per organizzare la visione collettiva della partita. Le 17 sono naturalmente diventate l’orario giusto per far cominciare l’aperitivo, che, visti i precedenti, sapevamo potesse trasformassi in cena. Poi ci sono i tifosi patentati, quelli che hanno il diritto di tifare tennis garantito dalla Costituzione, che guardano disgustati la nazional popolarizzazione del loro sport. E non resistono. Predicano il fair play e la nobiltà di questo sport e poi aggrediscono chiunque non ricordi chi ha vinto Wimbledon nel 1985. E se lo ricordano, sicuramente non sanno il punteggio.

La telecronaca (e le – prevedibili – critiche)
A commentare, Sky ha chiamato Pero, Bertolucci e Ljiubicic, un trio che è una formazione insolita
per una telecronaca. A questo punto, visto il mare di critiche con cui puntualmente vengono travolti i commentatori delle partite di Sinner, potevano chiamare direttamente Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici. Loro almeno avrebbero intonato Italia Amore Mio a ogni colpo buono di Alcaraz e mandato tutto in caciara.
Scherzi a parte, esiste un problema “telecronache”, che non si può risolvere in modo semplicistico dando degli ignoranti ai nuovi tifosi. Se la sensazione generale è quella del tifo contrario, qualche domanda bisogna farsela. I telecronisti devono rendersi conto che negli ultimi due anni il tennis è diventato uno sport nazionale. Fino a poco tempo fa non erano nemmeno loro abituati a commentare partite con italiani protagonisti a questi livelli e, diciamocelo, non erano nemmeno abituati a un pubblico così ampio. Dovrebbero essere loro a iniziare a “educare” i nuovi tifosi al linguaggio del tennis e alle sue regole di fair play e di oggettività di giudizio. Magari “abbassandosi” a spiegare meglio alcuni passaggi e
facendo capire che il disappunto per un punto sbagliato dell’avversario di un italiano non è tifo
contro ma delusione per un punto che poteva essere bello.
Il fatto che il tennis abbia così tanta popolarità è una cosa positiva sotto tanti punti di vista. Non andrebbe rovinata trasformandola in una competizione culturale. L’ignoranza, quando c’è, può essere colmata. Comunque, la telecronaca a tre ha funzionato. E’ stata professionale, divertente, tecnica e con
un’apertura doverosa a chi il tennis lo guarda da poco. Evidentemente si son fatti qualche domanda e si son dati anche la risposta giusta. E comunque, in ogni caso, si sono accordati sul mettere l’accendo sulla seconda a di Alcaraz.

Vip e Royal Watching: chi c’era a guardare la finale maschile?
Durante una finale così attesa e così sentita, guardare chi c’era sugli spalti è passato in secondo piano. Oltre a William e Kate con i figli più grandi, c’era anche il re di Spagna. C’era poi Nicole Kidman a chiacchierare amabilmente con Anna Wintour nel royal box. Ad attirare l’attenzione femminile ci ha pensato un impeccabile Matthew McConaughey.
Nel box di Sinner c’era il papà. La mamma, la cui immagine è diventata quella emblematica della delusione di tutta l’Italia al Roland Garros, era in disparte. Stavolta evidentemente quando lui le ha chiesto se sarebbe andata a guardarlo dal box, lei ha riposto … “figlio bello… ma te posso tocca’?”. Magari non proprio con queste esatte parole, ma il senso deve essere stato questo. Così si è messa in un angolo. Quasi avesse previsto di potersi voler defilare alla chetichella a fine partita.

Wimbledon: outfit al tie-break tra boho-chic e picnic di lusso
In vista della finale, commentiamo i vip al torneo tra fragole, panna e Champagna. E no, non è la canzone di Achille Lauro. di V. Carola
Wimbledon è finito. Arrivederci alla prossima finale
La partita è finita. Rufus il falco può cominciare le sue ferie, i piccioni potranno ricominciare a sorvolare i campi da tennis concimando l’immacolata erba di Wimbledon, Horace, l’erede designato di Rufus, a cui auguriamo di campare cent’anni, continuerà il suo apprendistato e le palline usate durante il torneo diventeranno rifugi sicuri per i topolini delle risaie. Non è una battuta, ma un’iniziativa che gli organizzatori del torneo portano avanti da diversi anni.
Da domani però si ricomincia. Il tennis non si ferma mai e i nostri giocatori preferiti potremmo vederli nei prossimi tornei in partenza questa settimana: a Gstaad in Svizzera, a Los Cabos in Messico e a Bastad in Svezia.
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