Sinner e le polemica per la mancata partecipazione alla Coppa Davis
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Coppa Davis 2025: Sinner e il patriottismo da pop corn

L'Italia si divide per Sinner e la Coppa Davis. Tra accuse di tradimento e difese d'ufficio, il tennista fa quello che deve, mentre noi ci perdiamo in polemiche degne di una sacher torte.

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Jannik Sinner, il talento italiano del tennis, si trova ancora una volta al centro di un acceso dibattito. La sua decisione di non partecipare alla prossima Coppa Davis ha scatenato un’ondata di polemiche, dividendo l’opinione pubblica tra chi lo etichetta come “eroe” e chi come “traditore”. Ma al di là del clamore mediatico, cosa c’è davvero dietro questa scelta? E perché l’Italia sembra così pronta a giudicare un atleta che, nel frattempo, continua a vincere sul campo?

Mentre tutta l’Italia si affanna a giudicarlo infatti, dandogli dell’eroe o del traditore, Jannik Sinner fa quello che deve. Gioca a tennis e batte, per la seconda volta in poco tempo, Daniel Altmaier con un risultato netto e insindacabile: 6-0 6-2. E lo fa proprio nel torneo di Vienna, quello che i detrattori, diciamo più ignoranti, sostengono stia giocando perché è il suo torneo di casa. Che sia un torneo che ha tutti punti da fargli guadagnare per il ranking – l’anno scorso non lo ha giocato – è una spiegazione evidentemente troppo normale per essere vera.

Sinner e le polemica per la mancata partecipazione alla Coppa Davis

Oltre il paradosso: la razionalità smarrita

Le spiegazioni plausibili però ormai non reggono più, perché sulla vicenda Jannik Sinner che non farà la Coppa Davis il confine della razionalità lo abbiamo nettamente superato. E non serve a nulla che Sinner in conferenza stampa sia stato chiaro dicendo che sulla questione Davis non ha più nulla da aggiungere, nonostante le critiche.

Cose che ci potremmo aspettare dopo la richiesta del Codacons – il Codacons! – di ritirare tutte le onorificenze a Jannik Sinner per il suo no alla Coppa Davis includono una raccolta firme perché Sinner non venga più tradotto con “peccatore” ma direttamente con traditore della Patria. Il divieto di mangiare la sacher tortegli italiani che amano il dolce austriaco andassero a mangiarlo a Vienna insieme a Sinner –, uno sciopero dei trasporti durante la Coppa Davis, così a caso, un aumento dell’IVA sulle carote e sul merchandising connesso, – così vediamo se spendete ancora soldi per fare i carota boys -, togliere la santità a (San) Candido che ha cresciuto nelle sue valli un pericoloso sovversivo, e infine, iniziare a chiamarlo Gianni, che basta con i nomi stranieri.

Allora, perdonateci, ma dobbiamo rimettere mano all’articolo che avevamo impostato sul paradosso, perché a quanto pare la realtà ha superato ogni fantasia. Accantoniamo l’ironia facile e cerchiamo di capire cosa stia accadendo. Sappiamo che può sembrare ridicolo dover fare il punto della situazione in Italia per la scelta di un tennista di non partecipare alla Coppa Davis, ma evidentemente pizza, spaghetti e mandolino non ci bastavano più. Vogliamo che il mondo si ricordi di noi come il Paese che si è diviso su Jannik Sinner. Oltre, naturalmente, sull’annosa questione della cipolla nell’amatriciana.

Il momento in cui Sinner ha capito di aver vinto la finale di Wimbledon

La stampa divisa: tra difensori e accusatori

La stampa italiana, scriventi esclusi, effettivamente si è divisa. Da una parte ci sono quelli che difendono Sinner paragonando i suoi crampi a Shangai alla ferita alla gamba di Garibaldi ed elencando la lista di cose da italiano medio che giurano avergli visto fare, tipo sfruttare il suo cognome per avere un tavolo in un ristorante pieno, dire all’arbitro cornuto che non era rigore, disgustarsi davanti a quello che a Shangai spacciano per espresso, non chiedere lo scontrino, lamentarsi dell’assenza del bidet al Roland Garros. Addirittura, qualcuno ricorda che durante uno Us Open di tanti anni fa lo ha visto in fila davanti al negozio di Abercrombie a New York per comprare una felpa. Insomma, argomentazioni di un certo spessore, la cui regina però è sempre una: “Voi, popolino, non capite nulla di tennis, noi si, quindi Sinner è buono e giusto”.

Sinner: “O Davis ciao, Davis ciao, ciao, ciao…”

Dall’altra ci sono poi quelli che lo accusano dandogli dell’austriaco con la stessa acredine con cui i francesi davano dell’austriaca a Maria Antonietta. Tranquilli, a Sinner non succederà nulla. Ve li immaginate Audisio, Gramellini, Vespa e Cazzullo che partono alla presa di Wimbledon per togliere il nome di Sinner dall’albo dei vincitori? Sono loro che, principalmente, si sono scagliati contro Sinner accecati da un patriottismo che uno se li immagina… una mattina si son svegliati e han trovato … Sinner. O Davis ciao, Davis ciao, ciao, ciao.

Dalla giornalista Emanuela Audisio, che accusa Sinner di scarsa trasparenza comunicativa, rinfacciandogli persino una bugia infantile sulla pulizia dei denti, fino a un Bruno Vespa delirante che si interroga sulle ragioni per tifare Sinner, sostenendo che quest’ultimo non giochi per l’Italia, a differenza di “Alvarez” che rappresenta la sua Spagna. Bloccate gli sponsor prima che ci ritroviamo Sinner a declamare “la mia Italia” in qualche spot, facendo impallidire persino il ricordo di Elisabetta Canalis e la “sua Liguria”. In questo scenario si inseriscono Gramellini e Cazzullo, dispensatori di moralismi patriottici a buon mercato, che, come i migliori salumieri, ti danno sempre qualcosa in più di quanto hai chiesto. E no, non va bene. Anzi, tenetevi pure l’etto che vi avevo chiesto.

Papa Leone XIV riceve Jannik Sinner nei primi giorni di papato: foto storica che ben disegna il fenomeno Sinner nonostante gli si critichi spesso di non essere presente a questi appuntamenti, che sia la Coppa Davis o un incontro con il Presidente Mattarella
Papa Leone XIV e Jannik Sinner (foto: Vaticano)

L’approssimazione regna sovrana: la necessità di spiegare

Le due fazioni hanno però in comune una cosa: l’approssimazione. Nessuno approfondisce. Scrivono consultando il dizionario della retorica per riuscire a scrivere la frase a effetto per fomentare l’animo dei lettori, ma nessuno spiegazione. Per capire il tennis bisogna informarsi. E allora ecco qualche considerazione per spiegare che Sinner non è anti patriottico se non partecipa alla Coppa Davis.

I tennisti non gareggiano per l’Italia

Il tennis si distingue come sport individuale, non solo perché si gioca da soli – salvo il doppio! -, ma perché i tennisti non fanno parte di una squadra come i calciatori, di una scuderia come i piloti o di un corpo come i nuotatori. Si gestiscono autonomamente. La loro nazionalità è un dettaglio, se non in contesti come le Olimpiadi o la Coppa Davis. La vittoria a Wimbledon, per esempio, è un trionfo personale dell’atleta, non dell’Italia. Questa è la mentalità con cui i tennisti crescono: non competono per la loro nazione. Nessuno, a parte le famiglie, finanzia i loro allenamenti, il loro staff o i loro tornei. L’obiettivo primario di ogni tennista è vincere uno o più Slam; nessun bambino che sogna di diventare tennista vi dirà mai che il suo desiderio è conquistare la Coppa Davis.

Inoltre, il tennis è uno sport in cui si gioca almeno 10 mesi su 12. Tra un torneo e l’altro spesso non c’è nemmeno una settimana di pausa, soprattutto quando si superano i primi turni. Con la consapevolezza che lavorare in miniera è più duro e anche meno soddisfacente a livello economico, l’impegno, sia fisico sia psicologico, di un tennista è tanto. Una settimana in più o in meno nella vita di un tennista ha un significato diverso rispetto a quello che può avere per Aldo Cazzullo. Sinner ha parlato di preparazione lunga per l’Australian Open, ma alla fine, dopo le Finals, avrà circa un mese e mezzo per prepararsi a uno slam importantissimo per lui – vuole conquistare il titolo per la terza volta -. Capite perché anche solo quella settimana che Gramellini ha derubricato superficialmente in banale “riposo”, sia particolarmente importante per Sinner?

Quello tra Sinner e Alcaraz è il confronto tennistico che terrà banco nei prossimi anni a venire

3-1: Alcaraz domina gli US Open e torna sul trono

Un flashback all’ultimo incontro tra i due campioni del tennis mondiale, che ha portato Sinner al ranking attuale. di Valeria Carola


L’orgoglio nazionale in tempo di Coppa Davis

Ci sono molte altre considerazioni, ma queste argomentazioni dovrebbero bastare a farci capire che Sinner non è un traditore della patria, ma solo un tennista che ci ha deluso. A tutti avrebbe fatto piacere vederlo giocare a Bologna, specialmente se dovremo affrontare la Spagna di Alcaraz – ben diversa dalla Spagna di Alvarez! -. Tuttavia, è importante ricordare che nel 2023 Sinner ci ha riportato a vincere la Coppa Davis, un’impresa che non sarebbe stata possibile senza la vittoria epica di Lorenzo Sonego contro Jarry, in cui ha annullato ben quattro match point.

Il tennis è uno sport. Godiamocelo come tale, che di questioni su cui riflettere e per cui indignarci ce ne sono tante altre e ben più importanti. La delusione per la sua assenza è comprensibile, ma Sinner non è un traditore della Patria. È solo un tennista che, con le sue scelte, cerca di ottimizzare la sua carriera in uno sport estremamente esigente.

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Scritto da
Valeria Carola

Il ginnasio con Non è la Rai e l’università con Sex and The City. La toga da avvocato l’ho subito appesa all’attaccapanni: mi avrebbe coperto i vestiti! Ed è così che alla fine mi son ritrovata a vivere e scrivere … con leggerezza. Praticamente sono una zia che ama New York, i vestiti, le serate divano - vino - tv e che ha insegnato al nipote come si fanno gli aperitivi!

2 Comments

  • Concordo in pieno.
    La patria esiste solo a sport e olimpiadi e gli stessi che criticano Sinner sono quelli che poi chinato il capo ad ogni oltraggio alla Bandiera.
    Uno sportivo decide e deve continuare a farli liberamente.
    Sono ragazzitche girano tutto l’anno come “l’acqua” nei tubi.
    è giusto che abbiano degli obiettivi e accantonino il Resto.
    A partire dal fatto che il tennis è uno degli sport più stringenti manipolati dalle lobby che io sappia.
    partendo dal sistemardelle teste di serie e dallo schifo che vediamo ogni giorno ad ogni partita.
    Solo pubblicità, solo marchi, solo sponsor…
    carriera loro e quindi scelte loro.
    altro master 100p appena approvato dai prossimi anni.
    Tutto per far fare fare i soldi al circuito e agli sponsor più che ai giocatori che da gladiatori sono sempre più schiavi.
    Scelgano quello che vogliono, stimo djokovich per esempio che ormai si concentra solo sul meglio per risparmiare energie e vivere.
    spero anche altri si accodino a lui in futuro e non pensino solo farsi un nome.
    altro che giocare al 90% di umidità con 40 gradi alle 4 dep pomeriggio.
    Pensiamo più ai diritti e alla salute dei giocatori che ad una bandiera bianca do un paese al verde con i conti in rosso…
    Sarò nessuno per parlare, ma la voce è mia e per io momento posso ancora decidere io cosa dire.
    Ciao!

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