Pasta d'estate: 5 ricette golose
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Pasta da amare: 5 ricette da fare adesso (e una storia unica)

È il nostro piatto del cuore, il nostro buongiorno e il nostro piano B. Ecco 5 ricette estive per amarla ancora di più (con un pizzico di storia).

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Toglietemi tutto ma non la mia pasta”. Sfidiamo qualsiasi italiano a non ritrovarsi in questo claim preso in prestito da un noto spot anni Novanta. E da noi adattato a favore della regina della dieta mediterranea. Linguine, trofie, gnocchi, rigatoni, qualsiasi sia il formato la pasta è l’alimento per eccellenza del Belpaese. Tanto che all’estero, se vogliono disprezzarci in cucina, ci appellano come “mangiaspaghetti” perché molti di noi non concepiscono un giorno senza il cibo più buono al mondo (insieme alla pizza, sia chiaro!). Ma è l’alimento che più di tutti si adatta a qualsiasi tipo di condimento (a parte il ketchup) e apporta benefici al nostro organismo, regalandoci un ottimo senso di sazietà, appagamento e conferendoci la giusta energia. La pasta stimola il buon umore ed è sinonimo di convivialità.

Pasta: cenni di storia

Sulle origini della pasta ci sono discordanze, la leggenda vuole che sia stato Marco Polo a esportarla dalla Cina nel 1295. Tuttavia alcuni fanno risalire la sua origine al 1000 a.C., ai Greci e agli Etruschi. Altri addirittura a 4000 anni fa, in Mesopotamia. Entrambi convengono però che il primo tipo di pasta fresca si chiamava “lagana” ed era una schiacciata di farina senza lievito cotta in acqua: sovrapponendo più strisce si otteneva una sorta di antesignana della lasagna. 

Tra il 200 d.C. e l’anno Mille invece si pensa che nacquero i primi maccheroni in Sicilia in una località chiamata Trabìa vicino Palermo. Questo cibo, a base di farina e a forma di fili, fu chiamato itriyah, infatti ancora oggi sono famosi i vermicelli di Tria. Dato che il nome deriva dall’arabo si pensa che furono proprio gli arabi a portare la pasta in Sicilia. Secoli dopo la sua produzione si diffuse in Campania, Puglia, Toscana e Liguria. Nel ‘600 a Napoli la pasta fu prodotta per la prima volta come alimento di massa a causa della carestia e della conseguente diminuzione di carne e pesce. 

Spaghetti e Pastiera

Gragnano, viaggio nella città dei pastai

Nel 1500 circa nella Valle dei Mulini, in Campania, si cominciò a produrre pasta. Da allora gli artigiani non si sono mai fermati e hanno dato vita a una delle grandi eccellenze del nostro Paese. di Fiorella Palmieri


5 ricette estive facili a base di pasta

Oggi questo alimento si prepara in tutte le salse e non vi si rinuncia nemmeno d’estate: spazio dunque alla creatività con 5 ricette facili da preparare durante la bella stagione

Mezze maniche rigate tricolore

A dispetto del nome non si tratta di un piatto tipico ma è assolutamente da diffondere, provare per credere. Il tricolore della nostra Penisola è dato dal verde della rucola, dal bianco delle scaglie di Parmigiano e dal rosso dei pomodorini e dei cubetti di pancetta. 

Ingredienti per 4 persone 

  • 320 g. di Mezze maniche rigate
  • Uno scalogno
  • 3 cucchiai d’olio evo
  • 1 confezione di pancetta dolce a cubetti 
  • 8 pomodorini ciliegini (se siete un po’ più audaci meglio 8 pomodorini de piennolo)
  • 1 mazzetto di rucola
  • Scaglie di Parmigiano (in abbondanza)
  • Basilico (qualche foglia: opzionale)
  • Sale q.b.

Procedimento

In una padella dai bordi alti mettete a soffriggere lo scalogno sminuzzato per bene, non appena si imbiondisce unite la pancetta a cubetti. Rosolate per un paio di minuti e poi unite i pomodorini che avrete lavato e tagliato a metà. Fate cuocere per cinque/sette minuti. Nel frattempo mettete a bollire l’acqua per la pasta: salatela poco perché nel sugo c’è già la pancetta che dà un tocco sapido. Non appena le mezze maniche saranno al dente saltatele in padella a fuoco vivace. Unite la rucola e le scaglie di parmigiano. Mantecate fino a far sciogliere il formaggio, guarnite con le foglioline di basilico e servite in tavola: i vostri cari capiranno quanto è vera la frase “cucinare è un atto d’amore”.

Linguine alla puttanesca
Linguine alla puttanesca

Linguine alla puttanesca

Ci sono varie teorie sul nome di questo piatto. Innegabilmente una delle più accreditate è riguardante le case di appuntamenti nei Quartieri Spagnoli a Napoli. Si narra che il proprietario di una di queste un giorno, per rifocillare gli ospiti dalla “fatiche” del piacere, creò tale pietanza. Ricetta a cui, infine, diede il nome delle fanciulle che lavoravano lì. La versione più autoironica e fantasiosa di queste teorie vuole invece che tal Yvette la Francese, una prostituta provenzale, ideò il piatto e lo chiamò “puttanesca” in onore al suo mestiere. 

Ingredienti per 4 persone

  • 320 g. di linguine
  • 2 confezioni di pomodori pelati da 400 g.
  • 3 spicchi d’aglio
  • 1 mazzetto di prezzemolo  
  • 4 cucchiai di olio evo
  • 10 g. capperi sotto sale
  • 100 g. olive di Gaeta
  • 2 peperoncini secchi
  • Sale q.b.

Procedimento

Sciacquate i capperi sotto l’acqua corrente così da togliere il sale in eccesso. Denocciolate le olive. In una padella mettete l’olio, gli spicchi d’aglio tagliati a metà, il peperoncino secco tritato e i capperi. Fate cuocere per 2 minuti. Nel frattempo preparate sul fuoco l’acqua per le linguine e cuocetele. Eliminate l’aglio che si sarà imbiondito, aggiungete i pomodori pelati e cuocete a fuoco medio con coperchio, avendo cura di mescolare spesso. A cottura quasi ultimata rimuovete il coperchio e continuate a cuocere. Unite le olive e il prezzemolo tritato. Colate la pasta e saltatela in padella per bene in modo da farla amalgamare con il sugo. In cucina si diffonderà un profumino gustoso tanto che vi sembrerà che Yvette la Francese in persona sia venuta a preparare la puttanesca per voi e i vostri ospiti.

Pasta alla Nerano
Pasta alla Nerano

Gli spaghetti alla Nerano 

Must per eccellenza della cucina estiva campana gli spaghetti alla Nerano sono nati nella baia da cui prendono il nome nel Comune di Massa Lubrense nella Penisola Sorrentina. Il pezzo forte di questa pasta con le zucchine fritte è il Provolone del Monaco, formaggio stagionato a pasta filata dei Monti Lattari. L’origine del piatto è tuttavia avvolta nel mistero, sembra che a creare questa bontà sia stata la proprietaria di un ristorante di Nerano, dove si fermavano i pescatori. Furono serviti per la prima volta a Francesco Caravita, principe di Sirignano, conosciuto come Pupetto. 

Ingredienti per 4 persone

  • 320 g. di spaghetti
  • 700 g. di zucchine
  • 150 g. di Provolone del Monaco (in alternativa si può usare il caciocavallo o altro parmigiano)
  • Parmigiano q.b.
  • Aglio q.b.
  • Pepe nero q.b.
  • Basilico q.b.
  • Olio evo q.b.
  • Sale q.b.

Procedimento

Tagliate le zucchine a rondelle e cuocetele un po’ per volta in poco olio evo. Devono essere croccanti quindi abbiate cura di farle dorare per 5-6 minuti. Mettetele su una carta assorbente e poi conditele con sale e basilico. Nel frattempo mettete a cuocere gli spaghetti e colateli dopo circa 6 minuti perché la cottura va completata in padella. Grattugiate a scaglie il Provolone del Monaco e il Parmigiano. Mettete a rosolare dell’aglio con un filo d’olio in un’altra padella, toglietelo quando si sarà imbiondito. Versate le zucchine e un po’ d’acqua di cottura poi gli spaghetti che cuocerete per altri 3 minuti insieme ad altra acqua. Aggiungete i due formaggi grattugiati e mantecate in modo da ottenere una cremina. Impiattate e, dopo il pizzico di pepe finale, godete di questa meraviglia della cucina mediterranea come dei veri “Pupetti”.   

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Casarecce con pesce spada e melanzane 

Dalla Penisola sorrentina, infine questo ricettario arrivò nell’assolata Sicilia. Da queste parti ogni estate che si rispetti prevede tra i primi piatti la pasta con pesce spada e melanzane.

Ingredienti per 4 persone

  • 320 g. di Casarecce
  • 2 melanzane ovali
  • 500 g. di pesce spada
  • 400 g. di pomodori pelati
  • 1 bicchiere di vino bianco
  • Mezza cipolla
  • Menta q.b.
  • Sale q.b.
  • Basilico q.b.
  • Olio di semi q.b.
  • Olio evo q.b.

Procedimento

Lavate le melanzane e tagliatele a cubetti. Versate l’olio per friggere in una padella dai bordi alti. Tuffate le melanzane nell’olio bollente e fatele cuocere fino a che diventano dorate. Toglietele dall’olio con una schiumarola e mettetele su una carta assorbente. Tritate la cipolla e tagliate il pesce spada a cubetti. Sminuzzate anche i pomodori pelati. In una padella versate un filo d’olio e fate soffriggere la cipolla leggermente per poi tuffare i cubetti di pesce spada. Fateli rosolare e poi versate il vino, alzate la fiamma e fate sfumare. Aggiungete i pelati, il basilico e la menta.

Cuocete per dieci minuti a fuoco medio-alto. Mettete le melanzane fritte e cuocete ancora per altri 3 minuti. Dedicatevi alla cottura della pasta e scolatela, quando pronta, in pentola, mantecate per bene anche con un po’ d’acqua di cottura. Prendete dei piatti colorati da portata per impiattate e catapultatevi in Sicilia con un sol boccone succulento e gustoso.

Penne al sugo di peperoni
Penne alla salsa di peperoni

Penne rigate con crema di peperoni

Se si parla d’estate ne consegue che non può mancare la regina delle verdure della bella stagione, i peperoni. In questo caso li andremo a frullare per ottenere una crema vellutata per condire la nostra pasta.

Ingredienti per 4 persone

  • 320 g. di penne rigate
  • 400 g. di peperoni 
  • 2 spicchi d’aglio
  • Basilico q.b.
  • Sale q.b.
  • Olio q.b.
  • Pepe q.b.

Procedimento

Cominciate lavando e tagliando i peperoni a cubetti ed eliminando i semini. Fate rosolare l’aglio in una padella dai bordi alti con un giro d’olio, dopodiché aggiungete i peperoni. Eliminate l’aglio. Salate, aggiungete il pepe e il basilico. Fate cuocere a fuoco medio-alto per una quindicina di minuti, mescolando spesso. Nel frattempo dedicatevi alla pasta. Versate il contenuto della padella in un mixer e frullate il tutto. Mettete la cremina di peperoni di nuovo nella padella usata in precedenza.

Scolate la pasta al dente direttamente in padella e unite un po’ d’acqua di cottura: mantecate bene. Le penne con crema di peperoni sono pronte per essere gustate in tutta la loro bontà, magari con fogliolina di basilico fresco a guarnire il piatto, perché anche l’occhio, oltre al gusto, vuole la sua parte.

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Scritto da
Federica Massari

Giornalista professionista dal 2013. Mi definisco 'Madriletana', sempre sospesa tra Napoli e Madrid. Scrivo da quando ne ho memoria. Sono dell'idea che "se vale la pena rischiare io mi gioco anche l’ultimo frammento di cuore".

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