Si chiude con il colpo di scena e in elogio all’avidità questa prima edizione di “Money Road – Ogni tentazione ha un prezzo”. Il subdolo esperimento sociale camuffato da Reality Show che ha esposto un gruppo di dodici sconosciuti a un teatrino di sfide, tentazioni, amicizie estemporanee. E soprattutto a eclatanti colpi bassi.
Nuovo programma italiano, adattato dal format inglese Tempting Fortune, questa prima edizione ha visto alla conduzione il beneamato Fabio Caressa. Giornalista e cronista sportivo che dopo l’esperienza da concorrente in coppia con la figlia Eleonora nel collaudato format Pechino Express, si è messo qui ulteriormente in gioco. Money Road è la sua prima esperienza da conduttore di format d’intrattenimento e afferrando il timone di questo strategy game firmato Sky Italia. Prodotto in collaborazione con Blu Yazmine, e trasmesso in simulcast pay su Sky Uno e Now e in chiaro su TV8 dal 29 maggio 2025.
Una vera giungla umana
Immersi nella giungla malese, a metà tra meta spirituale e location proibitiva, e alle prese con numerose e impegnative prove fisiche che li hanno visti fare trekking in condizioni impervie, guadare paludi infestate di sanguisughe, strisciare nel fango, nuotare controcorrente, i dodici partecipanti di Money Road sono stati protagonisti di un’avventura a dir poco epica. Un’esperienza che ha messo duramente alla prova non solo il loro fisico, ma soprattutto la loro etica. A fare da bussola il loro spirito di gruppo, la loro avidità e la loro coerenza – o strategia – di gioco. Il tutto in un clima torrido con 40 gradi e umidità del 90%.
In questo format atipico e machiavellico, l’obiettivo dei partecipanti al programma era quello di un montepremi finale di 300 mila euro da spartire una volta giunti al traguardo. Un premio con budget complessivo decurtato però delle tante cifre spese sotto forma di tentazioni, alle quali i concorrenti non hanno saputo resistere nel corso della loro avventura.

I concorrenti e le tentazioni tra caffè e cene stellate nella giungla
Corruzioni tentacolari che in questa edizione si sono materializzate nel bel mezzo della giungla sotto forma di veri e propri miraggi. Caffè fumante o biscotti appena sfornati come seduzione mattutina. Aperitivi invitanti, spa lussuose, o resort di prima classe dopo una giornata immersi nell’afa a percorrere chilometri a piedi sotto il sole a picco. Ma anche vere e proprie esperienze irrinunciabili.
Tra queste il chiosco super attrezzato (spazzola, cuscino, ma anche olio e tonno da aggiungere al “rancio” quotidiano di solo riso e fagioli) offerto dalla venditrice d’eccezione Asia Argento. O ancora la cena stellata preparata dalle preziose mani di chef Locatelli. E l’esclusiva serata a bordo di uno yacht super lusso “capitanato” da Enzo Miccio (una tentazione costata al gruppo la bellezza di 30.000 euro totali). Tentazioni che hanno diviso, acceso discussioni, segnato l’inizio di invidie, doppi giochi e strategie all’interno di una giungla umana che si è fatta, via facendo, sempre più infestata.
Money Road: “Qui non c’è giudizio, ci sono solo scelte e conseguenze”
Proposte quindi di ogni tipo e per tutti i gusti che, a turno, hanno solleticato istinto e vizio di (quasi) tutti i concorrenti. Fabio Caressa, con il giusto piglio di austerità e cinismo e in barba alla coscienza sul leitmotiv della trasmissione “Qui non c’è giudizio, solo scelte e conseguenze”, si è dunque palesato, di volta in volta, per offrire cose e opportunità. O anche soldi personali in cambio di una cospicua fetta di montepremi comune.
C’è chi ha ceduto molto e chi molto poco. C’è chi ha mostrato etica di gioco, spirito di gruppo, rispetto del denaro (altrui) e coerenza. C’è anche chi si è invece rivelato una perfida macchina da gioco al servizio della finemente sadica vena autoriale.
Nel gran finale, dove il format ha mostrato tutto il suo lato più infido, meschinità ed egoismo hanno prevalso su tutto il resto. Giunti al traguardo con una cifra finale di 174 mila e 300 euro, i concorrenti hanno dovuto scegliere un ultimo capitano (Francesco). Dal qui è partito un subdolo schema di spartizione del montepremi. Faccia e faccia con l’atm bancomat ogni concorrente ha infatti avuto la possibilità di prelevare la sua quota (14.525) o il doppio (29.050), per poi tornare al gruppo e nominare il successivo concorrente da inviare al prelievo.

I vincitori del programma: ingiustizia, nemici e strategia
E alla fine, come da copione, lo strategy game Money Road ha mietuto le sue vittime. Chi più si era speso per contenere le perdite del montepremi rinunciando a tentazioni effimere si sono visti infine scippare la loro meritata parte. Perché, sul gran finale, e secondo le spietate regole dell’assegnazione montepremi, due concorrenti (Yaser e Grazia) hanno deciso di prelevare il doppio della cifra a loro destinata. Finendo, di conseguenza, per escludere gli ultimi due concorrenti in gioco dalla spartizione montepremi.
E, così, sono rimasti a bocca asciutta la parsimoniosa e operosa Danielle (l’atleta del gruppo) insieme al suo fido compagno Alvise (affabile content creator). Anch’egli, in verit, dimostratosi assai incline al risparmio e alla sobrietà durante tutto il corso della trasmissione. E anche un po’ comprensibilmente scioccati. Perché proprio Yaser (colui che era stato eliminato e poi ripescato in extremis a gran voce e in solidarietà da tutto il gruppo per una cifra cospicua pari a 12 mila euro del bottino finale) ha inferto un colpo basso difficile da metabolizzare. Non solo per i concorrenti ma anche per l’occhio dello spettatore meno malizioso, disposto a pensare che in fine e in fondo l’animo umano sia fondamentalmente buono e altruista.
E invece no. Qui la favola della rana e dello scorpione ha proclamato il suo verdetto. E l’avidità velenosa del secondo ha infine prevalso sull’ottimismo altruista di una rana molto ingenua. O, forse, solo parecchio più umana.

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L’inaspettata reazione del Web
Eppure, in questi tempi dove l’opinione che fa maggior rumore è proprio quella più cattiva, a gioco finito a levarsi alta tra la folla è un’altra voce. Dissonante. All’indomani dell’ingiusta conclusione, infatti, il web è insorto compatto contro i due traditori. Schierandosi, di contro, a favore dei due “traditi”. E qui il senso della vittoria ultima si fa opinabile e contraddittorio. Perché se Yaser e Grazia sono tornati a casa con un bel gruzzolo di denaro, effettivamente più cospicuo di quello dei compagni di viaggio, è pur vero che Danielle e Alvise hanno vinto tutto sul fronte dell’immagine, della buona popolarità. Finendo per incarnare (loro malgrado) il ruolo dei puri e giusti nella trama di Money Road.
Due concorrenti veicolati da quei buoni sentimenti cui forse tutti (almeno su carta) aspiriamo. E forse era proprio questo post-vittoria al cospetto dell’impietoso giudizio popolare il vero esperimento sociale su cui il format è intelligentemente riuscito a giocare e bluffare, offrendo un paio di teste da gettare in pasto alla feroce giustizia del popolo. Materializzatasi ora in una vera e propria gogna mediatica, riassunta nel moderno ed eloquente termine di shitstorm.
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