Nell’era della globalizzazione, dove le barriere culturali sembrano dissolversi, l’artigianato italiano continua a brillare come un faro di eccellenza e stile. Luca Piattelli, con la sua passione e maestria, è un perfetto esempio di questo successo. Partito dalla Toscana, ha portato la sua arte e la sua visione unica fino nel cuore pulsante dell’India, a Nuova Delhi.
La sua storia non è solo quella di un parrucchiere. Ma quella di un ambasciatore del “Made in Italy”, che con tenacia, sacrificio e un inconfondibile tocco di stile italiano, ha saputo conquistare un mercato esigente e variegato come quello indiano. La sua avventura dimostra come la qualità, l’attenzione al dettaglio e l’eleganza intrinseca del gusto italiano siano valori universali. Valori capaci di superare confini e culture, e di lasciare un’impronta indelebile nel mondo.
Luca Piattelli non è semplicemente un parrucchiere, bensì un’apparizione, un miraggio toscano con il capello lungo, sempre impeccabile come se fosse stato domato da uno stilista invisibile. Indossa costantemente una giacca, persino con 40 gradi, sia in India che in Toscana, e i suoi immancabili stivaletti a punta, lucidi, lo fanno somigliare a un incrocio tra un bandito romantico e un architetto di Berlino Est.
Un miraggio Toscano in India
Nato in provincia di Lucca da genitori fiorai, Luca scopre la passione per l’hair styling quasi per caso. Inizialmente con aspirazioni musicali, la sua vita cambia dopo aver sfogliato riviste di acconciature, ispirato da Vidal Sassoon. Decide così di frequentare una scuola per parrucchieri e nel 1990 apre il suo primo salone da uomo.La sua ambizione e creatività lo spingono a trasformare il salone in un punto di riferimento per la cura del cliente e l’innovazione.

Con la moglie Katia Carmignani, amplia l’attività includendo una clientela unisex. Il salone Luca Piattelli attira presto personaggi famosi e stilisti internazionali, consolidando la sua reputazione. Dopo studi all’Accademia di Vidal Sassoon a Londra e viaggi ispiratori a New York, Luca e Katia continuano a innovare, ricevendo premi prestigiosi come il Global Salon Business Awards a Hollywood.
C’è un momento preciso in cui si comprende che Piattelli ha oltrepassato il confine tra bravo parrucchiere e leggenda urbana. Questo momento è arrivato quando ha inviato una foto di un grattacielo di Nuova Delhi, chiedendo di osservare attentamente. In alto, tra due insegne pubblicitarie e un cielo marroncino, campeggiava il suo volto. Il capello lungo, disciplinato con lo stile di chi sa che la vanità non è un peccato ma un dovere. E sotto, il suo nome: Luca Piattelli LUXURY HAIR & BEAUTY EMPORIUM.
Un rifugio sensoriale a safdarjung
Non un negozio, ma un emporio, una parola d’altri tempi, quasi imperiale, che calza a pennello per ciò che ha costruito. L’attività, che definirla “negozio” sarebbe riduttivo come chiamare “ristorante” Villa Crespi, si trova nel quartiere di Safdarjung. Uno dei luoghi di Nuova Delhi dove il traffico ha un ritmo jazz e le persone sembrano comparse di un musical in eterno movimento.
Appena si entra, si viene accolti da profumi sottili: gelsomino, oud, shampoo al fico d’India. Le pareti sono eleganti, le luci dorate e i divani invitano a posarsi anziché a sedersi. Il salone offre postazioni di hair styling in marmo chiaro, una barberia old school ma senza il provincialismo da barbiere nostalgico. Poi una zona SPA che definire tale sarebbe riduttivo: jacuzzi, bagno turco, sauna aromatica, cabina per i massaggi, stanza viso, solarium. L’emporio di Piattelli, è più un rifugio sensoriale che un salone, un’astronave del benessere parcheggiata nel cuore pulsante dell’India.

Il personale è un mix calibratissimo tra professionisti italiani, scelti da Luca come si sceglie un gruppo di jazzisti per una jam session, e tecnici locali formati per settimane. Lo stesso Piattelli ha insegnato loro a fare lo shampoo, uno a uno, sottolineando che non è il gesto in sé, ma il ritmo a fare la differenza.
Perfino il servizio navetta è di lusso: chi vive entro 7 km può essere accompagnato gratuitamente al salone con una Mercedes-Maybach nera, perché, a suo dire, “la bellezza comincia dalla portiera che si apre.”
Il Toscano, il selfie e la leggenda urbana
Piattelli fuma Toscano, tenendolo tra le dita come fosse un vecchio amico con cui confidarsi. Afferma spesso che il Toscano gli calma la mente mentre pensa al taglio perfetto. Una sera, fuori dall’hotel, mentre fumava come un gentiluomo in pausa dal mondo, una macchina si è fermata e ne è sceso uno sconosciuto. “Luca Piattelli?”, ha chiesto l’uomo. Piattelli ha annuito, un po’ divertito, un po’ rassegnato. “Selfie?”, ha domandato l’uomo, ottenendo l’assenso del parrucchiere. In India, anche il silenzio ha occhi.
E Luca, con quel Toscano in bocca e la giacca sempre addosso, è diventato una figura mitica. Il parrucchiere toscano che sa parlare ai capelli come altri parlano alle stelle.

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L’Italia che ancora sogna
Quando l’India ha visto Luca Piattelli, ha visto l’Italia che ancora sogna. Quella che non ha bisogno di gridare, che entra con uno stivaletto lucido e cambia la testa delle persone, nel senso più estetico, più poetico, più umano. Piattelli ne è consapevole. Non se ne vanta, ma sa che ciò che ha colpito è il rispetto, l’attenzione. In Italia si corre, mentre lì, anche una piega è un gesto sacro.
Forse è proprio questo che lo ha fatto restare nel cuore di Nuova Delhi: non l’effetto “wow”, ma la cura. Il silenzio prima della forbice, la pausa sigaretta come rito, la giacca sempre indossata, anche quando nessuno guarda.
L’apertura a Dubai è recentissima. E poi? Forse il Kazakistan, o magari di nuovo in India, dove c’è ancora un cartellone con il suo volto che prende il sole del mattino sopra un incrocio trafficato. Ma, ovunque andrà, Luca sarà sempre quello con la giacca, lo stivaletto, il capello lungo ordinato e lo sguardo di chi sa vedere oltre la testa del cliente. E ogni tanto uscirà fuori da un hotel, accenderà un Toscano, e qualcuno gli chiederà ancora: “Luca Piattelli? Un selfie?”.
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