Lo sappiamo noi e lo sapete voi: quando sentiamo che Disney sta per sfornare un nuovo live action di un classico di animazione, la prima reazione è di rifiuto. Poi rabbia, infine paura: possibile che non abbiano nuove idee? Perché continuano a infangare la nostra infanzia? Ecco: pur capendo perfettamente queste emozioni, perché sono le stesse che proviamo anche noi a ogni nuovo annuncio, dobbiamo capire tutti una cosa. Questi live action non sono pensati principalmente per noi: il pubblico di riferimento è quello dei piccoli che, a loro volta, cresceranno con questi film. Vale per Lilo & Stitch come per Cenerentola, per Mulan come per La Sirenetta.
Lilo & Stitch: live Action Vs lungometraggio animato: chi vince?
Chiarito il punto, è giusto però aspettarsi – pur essendo il brand Disney fortissimo di per sé – che questo benedetto live action sia un prodotto degno della settima arte. Quindi con una buona sceneggiatura, effetti speciali credibili, un’idea coerente dei personaggi che sono entrati nell’immaginario collettivo. Purtroppo, è impossibile negarlo, molti dei live action Disney non sono all’altezza delle storie che raccontano. Pensiamo al più recente, Biancaneve, uscito a inizio 2025: il problema di quel film non è il colore della pelle della protagonista, Rachel Zegler (polemica odiosa e, anzi, con la sua bellissima voce lei è la cosa migliore), ma la sceneggiatura senza senso, i costumi brutti, la performance quasi da parodia di Gal Gadot nel ruolo della Regina Cattiva.

È quindi con un po’ di sfiducia che siamo entrati in sala per vedere Lilo & Stich, nei cinema italiani dal 21 maggio. E invece, con grande sorpresa, non soltanto il film diretto da Dean Fleischer Camp (già autore di quella pellicola piccola ma splendida che è Marcel the Shell) è adorabile, ma è anche il miglior live action Disney degli ultimi anni. Perché? Perché è ben scritto, diretto e gli effetti speciali sono credibili, ma, soprattutto, è rispettoso del classico d’animazione e allo stesso tempo perfettamente integrato nel mondo di oggi, nonostante siano passati 23 anni dall’uscita dell’originale. Disney segnatelo: è così che si fanno i live action.
Nuovo alieno, stessa tenerezza
La storia è quella che ci ha colpito il cuore da piccoli: un alieno, Esperimento 626, scappa dal suo pianeta e si rifugia sulla Terra. Più precisamente alla Hawaii. Qui incontra una bambina, Lilo (Maia Kealoha), i cui genitori sono morti. Deve trovare un nuovo equilibrio insieme alla sorella maggiore, Nani (Sydney Elizabeth Agudong), adolescente, che non sa bene come si faccia il genitore. Inutile dire che l’incontro tra l’alieno, che la bambina ribattezza Stitch, e l’umana è esplosivo. Letteralmente. Anche perché alle calcagna di Stitch ci sono altri due extraterrestri incaricati di arrestarlo, Jumba e AG. Pleakley, mentre le sorelle devono vedersela con gli assistenti sociali.
Ohana significa famiglia. Anche nel 2025
Una delle cose che più colpisce del Lilo & Stitch uscito nel 2002 è il black humour: la piccola Lilo sembra infatti una stand-up comedian 50enne con le sue battute sarcastiche sulla morte. E, per fortuna, non è stato abbandonato: la bambina è ancora cinica e disincantata, ma non al punto da smettere di credere che Stitch sia un amico mandatole dai genitori per darle una mano. Sì, non abbiate paura: “ohana” in questo nuovo adattamento significa ancora famiglia. E al solo sentirla pronunciare gli occhi si fanno lucidi allo stesso modo.

Cannes 2025: quale mondo racconterà la prossima Palma d’oro?
Dai parasite coreani ai nuovi cenerentoli americani, Cannes continua a raccontare il mondo attraverso le sue ferite. Ecco i film da tenere d’occhio quest’anno. di Elena Pedoto
A cambiare sono poche cose: la tecnologia, l’idea di trasformare i due alieni che devono catturate Stitch in esseri umani (così da farli interpretare ad attori apprezzati come Zach Galifianakis e Billy Magnussen) e i riferimenti pop (ci sono i braccialetti dell’amicizia di Taylor Swift e le capre che urlano), ma il nucleo della storia è sempre lì. La famiglia può presentarsi in tante forme: quella biologica, quella composta da due sorelle che si sforzano di sopravvivere da sole, quella in cui i vicini di casa sono come degli zii acquisti e anche quella in cui un alieno distruttivo (e dispettoso) diventa quasi un fratello acquisito.

Come dice Stitch: “Questa è la mia famiglia. L’ho trovata per conto mio. È piccola e disastrata, ma bella. Sì, molto bella”. Ha ragione: lo è oggi come 23 anni fa.
Inserisci commento