Chloé Zhao torna al cinema con un film dalla bellezza devastante: la genesi dell’Amleto di Shakespeare raccontata attraverso la vera storia familiare del Bardo. Jessie Buckley e Paul Mescal da Oscar. In sala il 5 febbraio.
Home Spettacoli Hamnet – Nel nome del figlio: con Zhao l’arte diventa salvezza
SpettacoliCinema

Hamnet – Nel nome del figlio: con Zhao l’arte diventa salvezza

Chloé Zhao torna al cinema con un film dalla bellezza devastante: la genesi dell’Amleto di Shakespeare raccontata attraverso la vera storia familiare del Bardo. Jessie Buckley e Paul Mescal da Oscar. In sala il 5 febbraio.

Condividi

Chloé Zhao torna al cinema con un film dalla bellezza devastante: la genesi dell’Amleto di Shakespeare raccontata attraverso la vera storia familiare del Bardo. Jessie Buckley e Paul Mescal da Oscar. In sala il 5 febbraio.


Se nel cinema di Terrence Malick l’erba danza, in Hamnet di Chloé Zhao piange. La regista premio Oscar per Nomadland, dopo l’esperimento mainstream Eternals, in cui ha cercato di unire una visione d’autore allo stile del Marvel Cinematic Universe, torna alle origini. Lo fa con una storia dalla potenza emotiva devastante: il rapporto tra un uomo e una donna di fine Cinquecento, che si conoscono nel mezzo di una foresta, a Stratford-upon-Avon. Lei si chiama Agnes, lui William. A interpretarli Jessie Buckley e Paul Mescal. Sì, sono gli Shakespeare, anche se questo nome non viene mai pronunciato. In fondo, che cos’è un nome?

Due anime, un destino

Adattamento cinematografico del romanzo Nel nome del figlio. Hamnet di Maggie O’Farrell, anche sceneggiatrice insieme a Zhao. Il film, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2025, nelle sale dal 5 febbraio, ci racconta due anime inquiete, che non sanno come comunicare i propri pensieri al mondo esterno, rifugiandosi quindi nei rispettivi elementi a loro più congeniali. Agnes ama la natura: conosce le proprietà delle erbe, riesce a entrare in comunicazione con gli animali e ha un talento come falconiera. Per questo viene definita “figlia di una strega della foresta”. William invece si trova a suo agio con la parola scritta: passa la mattina a insegnare latino per ripagare i debiti del padre, mentre di notte scrive versi. Il loro sembra un incontro predestinato, quasi come se lei fosse una creatura uscita dalla sua immaginazione. E viceversa.

Paul Mescal è William, Jessie Buckley è Agnes. Il film è Hamnet - Nel nome del figlio, di Chloé Zhao
Jessie Buckley e Paul Mescal in Hamnet – Nel nome del figlio

È proprio l’amore per le storie a saldare il loro legame: in uno dei primi incontri, Agnes chiede a William di raccontarle una storia che lo commuove. La scelta ricade sul mito di Orfeo ed Euridice: quasi un monito per ciò che avverrà. Zhao segue infatti questa coppia nel corso di diversi anni: prima da giovani innamorati, poi sposi, infine genitori. Prima di una bambina, Susanna, poi di due gemelli, Judith e Hamnet, appunto. Il destino di questo bambino è legato alla creazione di una delle opere più famose di Shakespeare: l’Amleto, che in inglese è Hamlet.

Hamnet: uno dei film più struggenti dell’anno

È un film di respiri, Hament. Di fiato che manca. Sia per l’emozione, sia per il dolore lancinante. C’è tutto: la vita, la morte, l’amore, la creazione, la distruzione. Agnes e William sono allo stesso tempo una coppia passata alla storia e una come tante. La loro intesa è totale, al punto da far dire a lei che lui “la ama per ciò che è, non per quello che dovrebbe essere”. Eppure, anche in una casa in cui la gioia sembra infinita, arriva l’imprevisto a distruggere tutto. Come nella vita di ognuno di noi. La peste prende i gemelli e solo uno si salverà. Un dolore inimmaginabile: la perdita di un figlio è ricreata da Zhao e i suoi attori in modo straziante e autentico.

Jeremy Allen White in una delle scene di Bruce Springsteen - Liberami dal nulla, il film sulla gioventù e sulla creativamente travagliata ascea al successo del Boss

Bruce Springsteen: il suo viaggio epico tra musica e ombre

In Bruce Springesteen-Liberami dal nulla, il regista Scott Cooper riesce a raccontare l’essenza del lavoro e della vita di The Boss, addentrandosi in uno dei periodi più difficili e creativi della sua vita. Quelli che hanno dato forma al mito. di Elena Pedoto


Il potere trascendente dell’arte

“Ciò che è dato può essere portato via in qualsiasi momento. Non si deve mai abbassare la guardia”, viene detto. Eppure come si può reagire di fronte a qualcosa di così ingiusto e tremendo? Come fare quando il nostro mondo sembra finito per sempre, eppure la vita intorno a noi continua ad andare avanti, come se nulla fosse successo? Si crea un vuoto, come se ci avessero staccato una parte del corpo. Ecco: c’è chi impara a conviverci, chi non lo supera mai e chi invece riesce a trasformarlo in qualcos’altro. Hamnet mostra esattamente questo: laddove molti di noi soffrono e basta, l’artista e l’arte sono in grado di trascendere e salvarci, grazie a qualcosa che ci tocca in modo profondo. E in qualche modo ci libera.

Jessie Buckley verso l’Oscar

Il tocco di Zhao è delicato, ma non per questo superficiale: le immagini sono splendide, ma la regista non le rende patinate. Ci sono il sudore, la terra, le mani sporche d’inchiostro, i vestiti indossati per mesi e macchiati di sudore, tanto che sembra di sentirne l’odore. Tutto è tattile, tanto da credere di essere in quella foresta e in quegli interni spogli. Se la scena allestita da Zhao è la cornice perfetta, questo film non potrebbe avere la stessa forza senza i suoi magnifici protagonisti.

I tre figli di William e Jesse in Hamnet - Nel nome del figlio

Con questo ruolo Paul Mescal dimostra di saper fare veramente tutto: dal padre inadeguato di Aftersun, al formidabile combattente di Il gladiatore 2, fino al più grande poeta inglese. Segnatevi poi un nome: il giovanissimo Jacobi Jupe, che ha il ruolo di Hamnet. Ha 12 anni (e all’epoca delle riprese ne aveva ancora meno), ma è come se ne avesse 40. Un talento straordinario, che vi impressionerà. È però Jessie Buckley a offrire la prova più intensa di tutte, la migliore del 2025 (lo diciamo già da ora: l’Oscar deve essere suo).

Bravissima in film d’autore come I’m Thinking of Ending Things di Charlie Kaufman e Men di Alex Garland, non ha mai fatto una scelta banale. In Hamnet è alla sua interpretazione migliore. Il finale, in cui la vita di Agnes si fonde con l’Amleto sulle tavole di un palcoscenico, è tra le scene più intense che vedrete quest’anno. Guardate le mani dell’attrice: vi verrà voglia di provare a toccare lo schermo per cercare di stringerle. In un unico grande pianto liberatorio, una vera e propria catarsi. L’arte al suo meglio.

Condividi
Scritto da
Valentina Ariete

Giornalista pubblicista, scrive di cinema e serie tv per Movieplayer e La Stampa. Ha partecipato a programmi tv, radio e podcast. Specializzata in interviste, segue i principali festival di cinema, da Cannes a Venezia. Vincitrice del Premio Domenico Meccoli “Scrivere di Cinema” 2024, mette la stessa passione nel divulgare la settima arte di quando, a 3 anni, fece la sua prima videorecensione: era quella di Biancaneve e i sette nani e gli smartphone ancora non esistevano, signora mia!

Inserisci commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scopri di Più

78
Sport

ATP Finals 2025: Sinner, il tennis, grande spettacolo e (molta) Italia a Torino

Tra il "processo di sinnerizzazione" che avvolge l'Italia e la corsa al primato mondiale di Alcaraz, il torneo dei Maestri a Torino è...

Articoli correlati
Un semplice incidente, ora al cinema, e già premiato a Cannes con la Palma d'Oro 2025, è un film di Jafar Panahi che parla di speranza, vendetta e redenzione
SpettacoliCinema

Un semplice incidente: la speranza secondo Jafar Panahi

In Un semplice incidente, Jafar Panahi firma un film clandestino e necessario,...

Torna su Netflix The Witcher 4, con protagonista questa volta Liam Hemsworth
SpettacoliTV

Netflix, The Witcher 4: adesso Liam Hemsworth riscrive le regole

Dopo due anni di attesa tornano le avventure di Geralt di Rivia,...

Valerio Mastandrea è il protagonista, con Valeria Bruni Tedeschi, di Cinque Secondi di Paolo Virzì. Al cinema dal 30 ottobre, è un lavoro che parla del lato più difficile dell'amore e del destino di un padre
SpettacoliCinema

Cinque secondi per salvare una vita: il ritorno di Virzì

Nel suo nuovo film, Cinque Secondi, Paolo Virzì porta sullo schermo la...

Gene Wilder è un neurochirurgo geniale nel gotico, affascinante e immortale Frankenstein Junior. Il film cult torna al cinema il 30 e 31 ottobre
SpettacoliCinema

Frankenstein Junior: 51 anni di cinema e comicità senza tempo

Il 30 e 31 ottobre per il Frankestein Junior Halloween Party, il...

Ok