Il Sentiero delle Vigne Alte è uno degli itinerari più affascinanti di GO!2025, il programma di eventi per Gorizia e Nova Gorica Città Europea della Cultura 2025
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A GO! 2025 Gorizia e Nova Gorica colorano l’autunno

Mostre, fotografia, jazz, vino e natura: la prima Capitale Europea della Cultura transfrontaliera trasforma il confine in un mosaico di esperienze, tra arte, memoria e gusto.

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Mostre, fotografia, jazz, vino e natura: con GO! 2025 la prima Capitale Europea della Cultura transfrontaliera trasforma il confine in un mosaico di esperienze, tra arte, memoria e gusto.


Il 2025 non è stato un anno come gli altri per Gorizia e Nova Gorica. Bensì l’anno in cui due città, due Paesi e due lingue si sono abbracciate – e ancora si abbracciano – davvero, diventando insieme Capitale europea della Cultura. È la prima edizione transfrontaliera della storia, un progetto che non si limita a superare un confine geografico, ma lo trasforma in orizzonte culturale, in spazio di incontro. In simbolo di un’Europa che sa ancora parlare con le mani, gli occhi e il cuore.

GO! 2025: un programma intenso

Con l’arrivo dell’autunno, GO! 2025, il programma di eventi, è entrato nel suo momento più intenso, intrecciando arte, memoria, natura e sapori in un’unica grande trama. Gorizia e Nova Gorica diventano un laboratorio a cielo aperto dove tutto — dalle mostre ai percorsi cicloturistici, dalle degustazioni ai concerti — dialoga sul tema del confine, non come limite, ma come possibilità.

Gorizia e Nova Gorica sono la prima città transfrontaliera eletta Città Europea della Cultura per il 2025

La città italiana apre la stagione con un ritorno molto atteso: la riapertura del Museo della Grande Guerra, completamente rinnovato e capace di coniugare tradizione e tecnologia. Non è solo un museo, ma un’esperienza sensoriale e immersiva che restituisce la dimensione umana del conflitto, alternando reperti autentici e installazioni multimediali che raccontano le vite dei soldati e dei civili tra trincee e silenzi.

Poco più in là, a Palazzo Attems Petzenstein, due mostre raccontano in modi diversi l’anima del territorio. Zoran Music. La stanza di Zurigo, le opere e l’atelier apre una finestra sul mondo poetico e tormentato di uno dei pittori più raffinati del Novecento, con oltre cento opere provenienti da collezioni private e familiari. A dialogare con lui è Voi siete qui. Un viaggio tra memorie e geografie goriziane, un racconto intimo di luoghi e oggetti che attraversano secoli di storia, dal Settecento alla Grande Guerra, restituendo un mosaico identitario fatto di bellezza e fragilità.

Da Gorizia in poi

Il dialogo con il passato continua a Gradisca d’Isonzo, alla Galleria Spazzapan, dove Zigaina in dialogo ripercorre la carriera di Giuseppe Zigaina, intrecciando pittura, disegni e materiali d’archivio. Un secolo di disegno italiano apre una riflessione sulla creatività del Novecento, mettendo in mostra opere di maestri come Fontana, Cattelan e Pistoletto. Dal 10 ottobre, invece, l’arte si fa internazionale. A Villa Manin di Passariano di Codroipo prende vita la mostra Confini da Gauguin a Hopper. Canto con variazioni, curata da Marco Goldin. 136 capolavori di cinquanta artisti — da Monet a Van Gogh, da Rothko a Courbet — interrogano il senso del confine come spazio fisico, ma anche mentale ed emotivo.

E il viaggio prosegue nella fotografia, con due appuntamenti che intrecciano sguardo, memoria e umanità. Dal 25 ottobre, Tre sguardi. McCurry, Majoli, Krese porta a Gorizia tre modi di raccontare il confine tra Italia e Slovenia come spazio condiviso. McCurry con la sua sensibilità universale, Majoli con il suo realismo poetico, Krese con la sua voce locale. Dal 29 novembre, il Museo Santa Chiara ospita invece Franco Basaglia. Dove gli occhi non arrivavano, un tributo potente al medico che rivoluzionò la psichiatria mondiale. Le fotografie di Gianni Berengo Gardin, Raymond Depardon e Ferdinando Scianna diventano un racconto di dignità, in cui la follia si trasforma in sguardo e la cura in atto d’amore.

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G0! 2025 tra itinerari, vigneti e borghi

Ma GO! 2025 non è solo contemplazione: è movimento, scoperta, esperienza. Gli itinerari di cicloturismo e trekking — gli Anelli del Fiume Isonzo, della Grande Guerra, dei Vigneti del Collio e della Brda — permettono di attraversare il territorio pedalando tra montagne, vigneti e borghi, gustando i prodotti del luogo e respirando il ritmo lento della natura. Tra i percorsi più suggestivi, il Sentiero delle Vigne Alte e le Panchine arancioni di Oslavia, create dai viticoltori della Ribolla, invitano a fermarsi, guardare, respirare.

Il ponte sul Fiume Isonzo a Gorizia è un luogo di confine che rappresenta perfettamente l'anima di GO! 2025, il programma eventi di Gorizia e Nova Gorica Capitale Europea della Cultura 2025
(Foto: Luigi Vitale)

Nel Collio, tra un calice e una collina, si accende dal 23 al 26 ottobre uno degli eventi più attesi dell’anno: il Jazz & Wine of Peace 2025. Ventisette concerti, location d’eccezione come il Castello di Spessa e Villa Attems, e un cartellone internazionale con artisti come William Parker, Nubya Garcia e Calibro 35.
Musica, vino, paesaggio e condivisione: l’essenza stessa di un territorio che da sempre vive di contaminazioni. Il tutto accompagnato dall’itinerario gastronomico Regno di Confine, tra colazioni a Cormòns, degustazioni di Ribolla Gialla e Friulano, gubane, gnocchi di susine e storie raccontate a tavola.

E così, tra mostre, cammini, fotografie e bicchieri alzati, GO! 2025 costruisce un racconto corale fatto di confini superati e incontri possibili. Gorizia e Nova Gorica, un tempo separate da un muro invisibile, oggi camminano insieme nel nome della cultura, trasformando una linea di frontiera in una linea di poesia.

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Scritto da
Gaia Marras

Sono nata all’ombra delle mura antiche di Alghero (ma non chiedetemi di Antonio Marras, la moda non è il mio forte!). Amo perdermi tra libri e film, sempre con un orecchio teso tra le sonorità graffianti del metal e le note suadenti del Jazz. La mia passione per la tecnologia è seconda solo a quella per gli animali. Vorrei tanto saper disegnare e arredare, ma il destino ha deciso che la mia via fosse quella della penna, non della matita. E così, invece di schizzi, sforno articoli.

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