Il 30 e 31 ottobre per il Frankenstein Junior Halloween Party, il cult di Mel Brooks torna al cinema con il suo mix di brivido e comicità. Attuale ancora con il primo giorno, complice anche un bianco e nero senza tempo, continua a essere amato da tutte le generazioni. E ora Taika Waititi girerà la serie Very Young Frankestein per Hulu
Nella New York degli anni ’30 il giovane neurochirurgo nonché rinomato professore universitario Frederick Frankenstein (lo strabiliante Gene Wilder qui anche ideatore e co-sceneggiatore) fa di tutto per tenersi lontano dai frequenti riferimenti al celebre nonno Victor von Frankenstein. E, ovviamente, dalle sue rinomate quanto pericolose imprese mediche, tanto da insistere con estrema testardaggine a correggere la pronuncia del suo cognome in Frankenstin.

Una presa di distanza ribadita senza tregua, fin quando, alla fine di un’intensiva lezione di neurologia, un notaio non gli recapiterà le volontà testamentarie del nonno, secondo le quali lui risulta essere il nuovo e unico proprietario del castello in Transilvania. Dapprima restio, il professore partirà dunque alla volta del remoto e lugubre maniero arroccato, dove farà la conoscenza di un inquietante tuttofare gobbo dallo sguardo ondivago di nome Igor (che vuole esser però chiamato Aigor), della super sexy e servile assistente Inga (Teri Garr), le cui avances non lasciano spazio all’immaginazione. E dell’austera domestica di casa il cui nome Blücher (Cloris Leachman) è inesorabilmente associato a un terrorizzato quanto isterico nitrito di cavalli.
Frankenstein Junior: il ruolo chiave di Blücher
Una donna oscura, molto legata al dottor Victor, che spingerà Frederik a ritrovare le carte delle sperimentazioni passate al fine di indurlo a tentare ancora l’esperimento degli esperimenti: animare nuovamente la materia inanimata. Ovviamente, non senza prima aver invocato la gloriosa frase “Si… può… fare!”. Recuperato un cadavere nel cimitero locale ed erroneamente dotatolo di un cervello AB-norme, grazie al talento pasticcione di Igor (un esilarante Marty Feldman), l’improbabile equipe darà così vita a un nuovo Frankenstein (Peter Boyle), potente e irascibile, del quale poi si scopriranno anche altre sorprendenti e insolite doti: l’amore irrefrenabile per il suono del violino e la capacità di sedurre una donna in un lampo.
“La comicità è solo un’altra difesa contro l’universo”
Assoluto cult di genere, dal successo leggendario, festeggiato e omaggiato senza tregua da generazioni. Frankenstein Junior a firma del geniale Mel Brooks è un guizzo d’estro creativo che mescola l’ispirazione letteraria di un affascinante romanzo gotico anni ’30 con l’animo finemente cinematografico dei suoi creatori, evidente anche nell’utilizzo di location di altri film del passato. E nel rimando continuo al mondo della settima arte, ritratta in quella iconica fotografia in bianco e nero fortemente voluta dai due autori.

Uno stile registico peculiare e assolutamente originale, forse nato dai traumi di quel bambino ebreo vittima di bullismo, sfogati poi in un umorismo sempre brillante e moderno, pungente e liberatorio. Un talento sbocciato per sopravvivere alle asperità della vita, come affermerà lo stesso Mel Brooks: “La comicità è solo un’altra difesa contro l’universo”. E nella graffiante critica di quel discusso contributo alla scienza che si traduce quasi sempre in risvolti mostruosi e gestioni a dir poco problematiche, Frankenstein Junior rivela una comicità dissacrante e lasciva in superficie che poi si manifesta acuta e raffinata nel profondo, in grado di attraversare intatta epoche e generazioni.
Il merito è tutto di una scrittura magistrale nella scelta di tempi e registro, capace di modellarsi lungo un umorismo estemporaneo fatto di battute fulminanti, strafalcioni e doppi sensi a sfondo sessuale. E di quei tanti passaggi poi divenuti grandiosi tormentoni come il celeberrimo: “Potrebbe andare peggio, potrebbe piovere!”.
Frankenstein Junior e il senso ineluttabile del destino
E in quest’opera cimelio che racchiude in sé un ventaglio assortito di tematiche ed emozioni, tra cui paura, scoperta, umorismo nero, a farla da padrone c’è anche quel senso forte di fatalità e volere del destino, sempre più potente e decisivo delle nostre velleità umane. Ed ecco che gli elementi fortuiti della storia (la ricezione del testamento, l’utilizzo di un cervello non conforme per l’esperimento, e la scoperta di una creatura che rifugge le caratteristiche classiche del mostro) rappresentano una sorta di contraddittorio con quella scienza che è invece in qualche modo assoluta protagonista. E nel fluire parodistico e grottesco dell’opera, Mel Brooks infiamma l’annoso dibattito sulla scienza se sviluppata per alimentare l’ego iper-trofico degli scienziati o se davvero operata per il fine ultimo del bene dell’umanità.

Da Martin McFly a Mamma ho perso l’aereo: con Back to Cult i miti adesso sono al cinema
Nexo Studios Back to Cult è un ciclo di film che, da ottobre a dicembre, riporterà sul grande schermo alcuni cult della settima arte. Il 30 ottobre è la volta dell’indimenticabile Frankenstein Junior. Di Elena Pedoto
Il ritorno al cinema con Nexo Studio
Filtrato in quel bianco e nero vintage e senza tempo (voluto da Brooks e Wilder contro il parere dei produttori), Frankenstein Junior è una fiera di talenti, una carrellata di estri che riuniti insieme diventano pura magia e lieve poesia. Mimica facciale, abilità coreografiche, tempi comici perfetti, balletti, e un carosello di sinergie perfette che hanno dato vita alla miglior parodia cinematografica di tutti i tempi.
E che ora torna di nuovo al cinema per la mostruosa rimpatriata del Frankenstein Junior Halloween Party – 30, 31 ottobre – all’interno dell’iniziativa Nexo Studios Back to Cult. Ma questo non è il solo omaggio. Con il benestare dello stesso Brooks, che farà anche da produttore esecutivo, è già stata annunciata anche una serie nuova di zecca ispirata proprio a questo amatissimo cult. Si chiamerà Very Young Frankenstein, un progetto di 20th Television e Hulu. La serie, che dovrebbe essere una sorta di sequel del film, sarà curata dal regista Taika Waititi e dal team di What We Do in the Shadows.
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