Il cantante JJ ha vinto per l'Austria l'Eurovision 2025
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JJ trionfa all’Eurovision 2025: l’Austria vince con “Wasted Love”

Giurie in totale disaccordo, televoto che ribalta tutto e una vittoria inaspettata: l’Eurovision 2025 si chiude con il trionfo di JJ per l’Austria e una ballad sospesa tra lirica e urban. Una serata fuori dagli schemi, che ha sorpreso anche i fan più navigati.

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Una finale al cardiopalma, attraversata da tensioni inedite e colpi di scena che hanno riscritto le regole non scritte dell’Eurovision. Le giurie nazionali, in totale disaccordo tra loro — e con il televoto — hanno consegnato al pubblico una classifica sorprendente, quasi surreale. Basti dire che la Francia, inizialmente terza dopo il voto delle giurie, ha raccolto appena 50 punti dal televoto. A spuntarla, al termine di una cavalcata televisiva sospesa tra euforia e incertezze, è stata l’Austria. A rappresentarla, JJ, giovanissimo contraltista (un uomo che canta nel registro del contralto, ndr) che con Wasted Love — una ballad moderna, sospesa tra voci d’opera e sonorità urban — ha fatto breccia nel cuore dell’Europa.

Un Eurovision 2025 fuori pista, fuori norma, fuori dagli schemi. Ma forse proprio per questo più vivo, più spiazzante, più divertente. Anche per gli affezionati, anche per chi di solito sa già come va a finire. D’altronde, chi si sarebbe aspettato che Tommy Cash avrebbe fatto conquistare la medaglia di bronzo all’Estonia con la sua -criticatissima – Espresso Macchiato?

Eurovision Song Contest 2025

Basilea non ha deluso. La città svizzera si è trasformata in un luna park del surreale per la finale 2025. Ventisei paesi in gara, tra armature pop, coreografie vertiginose e fuochi d’artificio di voce e costume. Dagli intermezzi più che affascinanti affidati al vincitore dell’anno scorso Nemo fino al mashup infuocato di Baby Lasagna e Käärijä, lo show ha tenuto incollati, come ogni anno, milioni di spettatori allo schermo in tutta Europa. Una manifestazione unica nel suo genere, un vero carosello caleidoscopico: c’è chi urla, chi sussurra, chi punta tutto sull’effetto speciale e chi, invece, preferisce colpire con un gesto.

Lo show di The Over Magazine

La gara è sempre una sorpresa ma ogni anno lo spettacolo è assicurato. E quest’anno non ha fatto eccezione, nonostante le battute social sulla sobrietà svizzera. Trasmesso in diretta su Rai 1 e RaiPlay, è stato presentato da Michelle Hunziker, Hazel Brugger e Sandra Studer, con il commento italiano affidato a Gabriele Corsi e BigMama. Simpatici entrambi i nostri presentatori, anche se non sempre sono sembrati particolarmente in sintonia fra di loro. Ma nemmeno eccessivamente dissonanti. Big Mama – che trova in chi scrive una grande fan – sembrata a tratti un po’ fuori dal ruolo, ma molto ferrata soprattutto sulla musica più giovane.

Nota di merito all’organizzazione. Tutti i cantanti si sono esibiti prima delle 23 e poi oltre un’ora di solo spettacolo per dare tempo agli spettatori di aderire al televoto avendo ascoltato tutti i brani in tempo utile alla lucidità mentale per ascolto e comprensione. Se la liturgia di Sanremo ci si avvicinasse un po’ di più non sarebbe male. Lungi dal pretendere di fare una cronaca, abbiamo provato a raccontarvi l’Eurovision secondo noi, con le tracce più appassionanti. Con qualche tocco glam (che non arriva dal vestito della Hunziker, bello ma sottotono rispetto allo stile a cui ci ha abituati, ndr) e suggerimenti di ascolto a secondo dello stile di ogni canzone, nazione e cantante.

Semplicemente Lucio…

“Non ho niente da consigliargli. A chiunque altro consigliere di divertirsi ed essere sé stesso, ma Lucio (Corsi) è già sulla strada giusta” ha detto di lui Marco Mengoni nel salotto di Che Tempo Che fa. E all’Eurovision il cantautore toscano che ha stregato l’Italia è arrivato decisamente con tutta la sua anima. La scenografia è stellare ma parola dei salotti italiani di un tempo, con una stupenda radio vintage che, se fosse vera, farebbe contenti molti collezionisti. La sua levatura è sempre stata internazionale e infatti se a Sanremo era sembrato a tratti particolarmente fuori dai canoni, su questo palco è decisamente a casa sua. Esteticamente e musicalmente al suo posto.

Perfetta anche la scelta di trasmettere i sottotitoli di Volevo essere un duro in inglese: farsi comprendere senza rinunciare a sé stessi. La sua performance è stata perfetta e intensa: con il suo corpo delicato e la sua anima grande, non si è risparmiato. E il pubblico ha apprezzato.  E non solo, visto che Ed Sheeran ha dato ufficialmente sui social il suo endorsement al nostro rappresentante, invitando tutti a votare per lui.

Un momento dell'esibizione di Lucio Corsi all'Eurovision Song Contest 2025

…e Miriana, Gabry &Co.

C’è stata tanta Italia – a sorpresa, almeno per i social che non ne hanno parlato molto nelle ultime settimane – anche nell’esibizione di Malta. Non solo di Gabry Ponte vive il nostro Dna oltre Lucio Corsi, insomma. Di semplice questa bellissima esibizione che strizza l’occhio alla cultura Queer e Drag ha davvero poco, ma ci piace così. Italiana – napoletana – da parte di padre, Miriana Conte (veterana dell’Eurovision, presente qui già nel 2017), presenta il brano “Serving” con un sound dance molto potente base ritmica incisiva e da un ritornello con una fortissima energia elettronica che la porta molto in alto nelle nostre preferenze ( e anche in quelle del pubblico stando agli applausi).

Chiunque sia italiano e sia anche solo transitato per sbaglio su Rai1 non ha bisogno che gli sia presentata Tutta l’Italia di Gabry Ponte, ma suggeriamo un riascolto delle strofe: qualcosa – di interessante – sul questo strano modo che abbiamo di essere italiani, ce l’ha. E c’è ancora un po’ di Italia in Albania. I rappresentanti di questo ultimo Paese, infatti, sono in realtà italo-albanesi, cresciuti nel nostro Paese: gli Shkodra Elektronike. Hanno portato sul palco temi di pace, uguaglianza e rinnovamento spirituale in una veste musicale che unisce elettronica, pop e elementi tradizionali albanesi. Una melottia orecchiabile, decisamente, con un ottimo ritmo nonostante la sonorità non sempre facile dell’albanese ghego, affronta temi di speranza, pace e rinnovamento spirituale,

Eurovision Song Contest 2025: il lato più Glamour 

Il video della rappresentante spagnola, Melody, sembra uscito da una puntata del nuovo programma di Joe Bastianich su Now e Tv8 ( Foodish, ndr). A una presentazione instagrammabile, di contro, corrisponde una canzone classica. Prima sullo stile del flamenco, richiamato anche dal vestito da diva (d’altronde la canzone si intitola Esa Diva) con cui apre la presentazione. Il tempo due è più da J-Lo e la porta sicuramente nell’olimpo delle più glamour di questa edizione.

Ziferblat per l’Ucraina (ricordiamo che dal 2022 la Russia è esclusa dalla competizione), che due anni fa vinse ma senza poter, per ovvi motivi, ospitare la competizione. Buon sound e un po’ di pop-glam che non manca mai, ma non una delle esibizioni ucraine più convincenti degli ultimi anni. Il testo di Bird of Pray, di contro, è uno dei più intensi dell’edizione 2025.

Pop-trash (almeno nell’estetica, che in questa kermesse conta, eccome) la rappresentante finlandese Erika Vikman con Ich komme, un brano elettropop audace e provocatorio che celebra libertà e autodeterminazione femminile. Grande intensità glam e di espressione “di palco” per Kyle Alessandro, l’ispanico-norvegese che ha cantato in rappresentanza della Norvegia. La sua “Lighter” è una canzone pop-R&B che, ispirato alla lotta della madre di Kyle contro il cancro, ha fatto della sua forza notevoli elementi contemporanei con influenze medievali e folk norvegesi che è riuscito a portare all’interno del suo brano.

Euro-Sound: oltre i suoni più confort

Con il quinto slot la Lituania rappresentata da Katarsis, band post-punk, ha un suono molto nordico, pulito, un sound intimistico e interessante. Impossibile non notare dei tratti inquietanti che data la scenografia digitale alle loro spalle – sono un gruppo – è più che voluta. Lontano dalle atmosfere festose ed eccentriche solite dell’Eurovision, dimostra carattere e personalità. Uno dei suoni più interessanti, l’ha portato sicuramente l’Austria sul palco.

Il fu impero austroungarico è stato rappresentato vittorosiamente da JJ (al secolo Johannes Pietsch, 24enne cantante austriaco-filippino). Talento cristallino che unisce una padronanza della voce da vera opera a atmosfere cupe da Requiem di Mozart (Wasted Love potrebbe essere in effetti il funerale di un amore finito, ndr) ad alcuni intermezzi di musica puramente house e musicale. 

JJ, austriaco-filippino, è una delle voci più interessanti dell'Eurovision 2025
JJ – Austria


Abor e Tynna, bellissimi fratelli tedeschi che portano strumenti musicali in versione contemporanea e una coreografia da dance room anni ’80 sul palco più alla moda d’Europa. Il matrimonio presentato tra il pop-elettronico, l’hip-hop e un tocco di melodie più tradizionali li rende sicuramente uno dei prodotti musicali più interessanti. Anche se, sulla carta, non favoriti alla vittoria. Solo due giurie nazionali gli hanno affidato il loro tesoretto di 12 punti.

Al limite del Metal-Rock (che comunque sul palco dell’Eurovision è salito più volte, nelle sue espressioni più glam) Survivor, brano dell’armeno Parg. La canzone, con testo in inglese, affronta temi di resilienza e determinazione, utilizzando metafore di battaglie fisiche e psicologiche per esprimere la forza interiore necessaria a superare le avversità.

Eurovision e Pop: matrimonio d’amore 

Il trio (“le nostre principessine” dice BigMama) delle Remember Monday, composto da Charlotte Steele, Holly-Anne Hull e Lauren Byrne. Il gruppo si esibisce con la canzone What the Hell Just Happened?, un brano pop-country energico e ironico che racconta le disavventure amorose (Taylor Swift insegna) con un tocco teatrale. Un buon pop inglese, con il country non necessariamente in primo piano nella scrittura del brano, scritto per andare dritto dritto su nelle classifiche di streaming. Al momento della scrittura dell’articolo, su Spotify sono a poco più di 3milioni).

Divertenti e super radiofonici, quasi da grandi festival estivi (se non fosse per l’outfit un po’ troppo luce-attirante) anche se non particolarmente innovativi i VÆB. La loro super ritmica Róa, ricorda un po’ la nostra “Vieni a ballare in Puglia”. Ed è perfetta se state già organizzando gli aperitivi in terrazza per quest’estate. Assolutamente da non sottovalutare – d’altronde non lo hanno fatto nemmeno le giurie – Zoë Më dalla Svizzera. La sua “Voyage” si muove su coordinate pop orchestrale dal respiro cinematografico, con uno stile che unisce la raffinatezza della chanson française con un minimalismo decisamente contemporaneo. Struggente e ariosa, nelle parole come nella struttura musicale, con i gli archi e il pianoforte, è un classico romantico senza tempo.

Un momento dell'esibizione delle Tautumeitas all'Eurovision Song Contest 2025
Tautumeitas

La Musica tradizionale sul palco d’Europa 

Potrebbe non essere così palese, dati i suoni eterei che ricordano la musica new age dei primi anni duemila, ma “Bur man laici” delle Tautumeitas. Oltre ad avere una delle coreografie più belle e intense della serata (avere un gruppo aiuta, come da storia dell’Eurovision), ha molto della musica tradizionale lettone. Fun fact:
è la prima volta in oltre 20 anni la Lettonia presenta un brano interamente in lingua. Sonorità tradizionali e tema più che attuale per il brano “Asteromáta“, scritto da Klavdia, la rappresentante della Grecia. Intensa, visivamente tra le migliori in assoluto. Impossibile rimanere impassibili sia davanti alla visceralità scenica che all’emotività di un brano-omaggio ai rifugiati e alle loro storie di resilienza.

Classico e meraviglioso: come un tubino nero

Il rappresentante dell’Olanda, Claude Kiambe, è di diritto in una delle canzoni più convincenti, sentite e appassionate di questa edizione. Al di là del risultato, la passione che questo ragazzo congolese emigrato nei Paesi Bassi che canta parte in francese e parte in fiammingo, tradisce tutta la profondità di una storia vera. Come nel migliore Stromae – a cui si ispira molto, tranne che per la parte dance che ritroviamo con espressioni molto diverse e più melodiche – ci si ritrova a ballare su un testo profondamente drammatico. E proprio per questo profondamente convincente. Una delusione il suo 12esimo posto, penalizzato fortemente dal televoto.

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Altrettanto romantica, ma con un sound del tutto diverso, “Hallucination” della danese Sissal. Un brano dance-pop energico, caratterizzato da sonorità elettroniche e da una produzione curata da Chris Rohde-Frisk, Joy Deb e Malthe Johansen. La canzone esplora il tema di un incontro così intenso da sembrare irreale, trasmettendo un senso di connessione profonda e quasi onirica. La scenografia regge decisamente bene il tema della canzone. La voce invece – potente e tra le più limpide di questa edizione – è decisamente terrena.

Classica e intensa Louane, la rappresentante della Francia con la sua “Maman“, ha sfoderato una voce calda e fragilissima, intrecciando pop acustico e venature orchestrali. Nessun artificio, nessun effetto speciale: solo lei, il pianoforte e un dolore trasformato in carezza. La sua esibizione ha colpito dritto al cuore. Anche le giurie nazionali, che l’hanno portata fino al terzo posto.

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Scritto da
Giusy Dal Pos

Cinquant'anni (circa), padovana, eppure non è mai riuscita a farsi dare della gallina. Pur provandoci. Oggi vive a Marne-la-Vallée, alle porte di Parigi, dove traduce libri e beve tè. E champagne ovviamente, ma mai insieme.

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