Dragon Trainer, Il primo live action di DreamWorks fa quello che Disney non è ancora riuscita a fare: rispettare l’originale animato e allo stesso tempo realizzare un nuovo grande classico. In sala dal 13 giugno.
Ricordate l’emozione di quando avete visto I Goonies per la prima volta? Oppure Star Wars, La storia infinita, o Jurassic Park:. Qualsiasi sia stato quel film che, da piccoli, vi ha fatto dire “wow”, così da rimanere per sempre impresso nella vostra mente come momento fondante della vostra infanzia, quel misto di gioia e stupore è ancora lì con voi. Al punto da spingervi a rivedere quel film più e più volte, quasi fosse un porto sicuro, un abbraccio fraterno. Ecco, DreamWorks con il live action di uno dei suoi più grandi successi, Dragon Trainer, ha creato un nuovo grande classico. Una di quelle pellicole che diventerà il film dell’infanzia di tanti futuri adulti.
Dal 13 giungo nelle sale, Dragon Trainer è quello che a Disney non è ancora riuscito
Nelle sale italiane dal 13 giugno, lo diciamo con sicurezza: Dragon Trainer è il live action tratto da una pellicola animata perfetto. È quello che a Disney non è ancora riuscito: rispettoso dell’originale e allo stesso tempo una versione nuova, che forse funziona ancora meglio. A differenza del recente Lilo & Stitch, uno dei live action Disney più riusciti, ma non al punto da far dire “è meglio dell’originale”. Con Dragon Trainer non c’è dubbio di trovarsi di fronte a una versione migliorata.

Alla regia c’è di nuovo Dean DeBlois – che, coincidenza, ha co-diretto proprio il Lilo & Stitch animato -, alla guida di un cast in carne e ossa che sembra nato per interpretare questi ruoli. E poi ovviamente loro, i draghi. Qualsiasi racconto è automaticamente arricchito ed elevato dalla presenza di un drago – sì, siamo di parte -. Dragon Trainer, come suggerisce il titolo ne è pieno.
Va da sé che, con tutti questi draghi, ci si trova di fronte a una storia imperdibile. Le tante creature, molto diverse tra loro per colore, dimensioni e forma, sono bellissime. Il character design è meraviglioso, potendo contare su una tecnologia molto più evoluta rispetto al film di animazione del 2010, tanto da far sembrare i draghi assolutamente veri e credibili.
Dragon Trainer ci insegna l’empatia
La storia è la stessa del romanzo originale, Come addestrare un drago – primo capitolo della saga letteraria Le eroiche disavventure di Topicco Terribilis Totanus III di Cressida Cowell -. Siamo a Berk, isola abitata da vichinghi, che danno la caccia ai draghi. Il capo è Stoick l’Immenso – Gerard Butler, che ha doppiato il personaggio anche nella trilogia animata -: forte, coraggioso, leader che si mette in prima fila per proteggere l’isola. La sua più grande preoccupazione però non è il fuoco sputato dalle bestie immense che ha imparato a combattere, ma il figlio adolescente, Hiccup. Il ragazzo non è particolarmente abile con le armi. Non ha una forza notevole e, soprattutto, sembra molto più interessato alle sue invenzioni che alla caccia.
Tutto il contrario di Astrid – Nico Parker -, la giovane guerriera più dotata della sua generazione. Stoik non sa però che proprio la natura curiosa e creativa del figlio gli permette di catturare il drago più raro di tutti, una Furia Buia, che il ragazzo chiama Sdentato – Toothless nella versione originale – . Quando Hiccup si trova davanti alla creatura però, non ha il coraggio di ucciderla: nei suoi occhi vede la sua stessa paura e quindi se stesso. A quel punto, il legame tra i due diventa assoluto: ognuno impara dall’altro, creando un’amicizia speciale.

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Dragon Trainer, oltre a essere un film di avventura fantasy che funziona benissimo, arriva nei cinema nel momento giusto. Due creature, che si sono sempre fatte la guerra, superano la diffidenza e imparano a conoscersi, comprendendo che ciò che le unisce è più forte di ciò che le divide. In questo periodo storico c’è bisogno di empatia come l’aria e il film di DeBlois potrebbe diventare l’E.T. l’extra-terrestre di questa generazione, grazie alla sua coppia di protagonisti tanto improbabile quanto commovente, proprio come E.T. ed Elliott.
Un cast perfetto
Sì, stiamo usando molto la parola “perfetto”, ma anche il cast lo è. Butler riprende il ruolo che ha doppiato, dandogli maggior spessore grazie alla sua presenza scenica. L’attore, che a lungo si è perso in sequel tutti uguali, qui ritrova la giusta intensità, nella parte di un padre che non riesce proprio a capire il figlio. Troppo diverso da lui, ma allo stesso tempo cerca di sostenerlo.

Il protagonista del live action poi è un nome da tenere d’occhio: Mason Thames, classe 2007, sembra nato per interpretare Hiccup. Ha lo sguardo intelligente e il fisico nervoso: è nata una star. Molto bravi anche tutti gli altri ragazzi, dalla già nominata Parker a Julian Dennison. Da Gabriel Howell a Bronwyn James e Harry Trevaldwyn. Tutti hanno i ruoli rispettivamente di Gambedipesce, Moccicoso, Testabruta e Testaditufo.
Nota di merito anche per Nick Frost, che interpreta il vichingo Skaracchio. L’attore e comico britannico è incredibilmente a suo agio nel fantasy – cosa che ci fa ben sperare per la serie di Harry Potter, in cui sarà Hagrid – e, oltre alla sua ben nota verve, qui mostra anche la propria versatilità con toni più drammatici.
Quindi, ve lo consigliamo come se foste nostri amici: andate al cinema, con altri adulti e soprattutto con i bambini, e guardate questo film sullo schermo più grande possibile. Sarà uno dei ricordi che vi porterete dietro per sempre.
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