«Dopo nove anni lascio Dior, felice di aver avuto questa straordinaria opportunità». Con queste parole, Maria Grazia Chiuri e la Maison francese hanno annunciato la loro separazione, a meno di 24 ore dalla spettacolare sfilata Cruise 2026, messa in scena a Villa Albani Torlonia come un atto finale, sontuoso e simbolico.
Il valzer degli stilisti: Chiuri, Piccioli &Co.
E così, come nel calcio, anche nella moda il valzer degli allenatori—pardon, dei direttori creativi—non conosce tregua.
Il primo movimento, in questa lunga sinfonia di cambi, risale al novembre 2022: Alessandro Michele lascia Gucci. Dopo una pausa di riflessione, nel marzo 2024 viene annunciato come nuovo direttore creativo di Valentino, subentrando a Pierpaolo Piccioli, che aveva guidato la Maison romana per ben 16 anni.
Piccioli, a sua volta, dopo un anno sabbatico, ha appena trovato nuova casa a Parigi, alla guida di Balenciaga. Il suo arrivo segna l’uscita di scena di Demna Gvasalia, che dopo un decennio di estetica post-soviet e provocazioni visive, approda nel marzo 2025 da Gucci, succedendo a Sabato De Sarno.
Un domino tutto italiano, che non accenna a fermarsi.
Sempre a marzo, l’addio di Donatella Versace alla Maison fondata dal fratello ha fatto scalpore. Il testimone è passato a Dario Vitale, già Design and Image Director da Miu Miu. Pochi giorni dopo, l’annuncio: il gruppo Prada ha acquistato Capri Holdings Limited, riportando Versace sotto bandiera tricolore. Nel frattempo, Chanel ha nominato Matthieu Blazy come successore di Virginie Viard, chiudendo un altro capitolo di rilievo.
E ora? Tutto sembra portare a Jonathan Anderson: già alla guida del menswear di Dior, ha lasciato Loewe nelle mani del duo Jack McCollough e Lazaro Hernandez. Secondo i bene informati, sarà proprio lui il successore della Chiuri.

Chi abiterà il dopo Dior? Fendi in prima linea
Ma la vera domanda è un’altra: dove porterà adesso la sua visione poetica Maria Grazia Chiuri? Qualcuno sussurra Fendi, dove il posto di direttore creativo donna è ancora vacante. E l’idea che Roma possa riabbracciarla non è affatto improbabile.
Nel frattempo, la lista dei creativi “free agent” fa tremare i polsi: Hedi Slimane, che ha lasciato Celine. John Galliano, uscito da Maison Margiela. Sabato De Sarno, in cerca di una nuova sfida.

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È il mercato delle “matite”, e il sospetto che tutto serva a far quadrare i conti più che le visioni è forte, se non certezza. Ma forse, proprio in questo movimento incessante, si nasconde la linfa vitale della moda. Quella che, tra crisi e rilanci, cambia pelle ogni stagione per non morire mai
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