Nascosta tra le colline piemontesi, nel cuore pulsante della provincia di Cuneo, terra generosa e fertile conosciuta come “la Granda”, si cela una storia affascinante. Quella del Birrificio Granda. Una storia di passione, coraggio e radici profonde. Una storia che parla di un uomo e del suo sogno di riportare in vita l’anima agricola del suo territorio attraverso l’arte brassicola. Granda non è solo un birrificio artigianale. È un simbolo di rinascita, un faro che illumina il valore della terra e della tradizione, proiettandoli nel futuro con audacia e creatività.
Questa è la storia di come un angolo di Piemonte ha conquistato il mondo. Un sorso alla volta, portando con sé l’essenza della sua terra e la passione di un uomo che ha saputo trasformare un sogno in realtà.
Un radicale cambio di vita: L’inizio di un’avventura straordinaria
Tutto ebbe inizio alla fine degli anni 2000, quando Ivano Astesana, affermato professionista nel settore della consulenza aziendale, sentì l’irrefrenabile richiamo della sua terra natia. Stanco della frenesia della vita milanese, Ivano decise di tornare a casa, nella provincia di Cuneo, per raccogliere l’eredità paterna. E qui prendere le redini dell’azienda agricola di famiglia. Fu in quel contesto rurale, tra i ritmi lenti della campagna e gli spazi aperti della tenuta, che in Ivano si risveglio una passione giovanile. Produzione la sua birra.
Nel 2011, Ivano diede vita al Birrificio Granda, un piccolo opificio agricolo con un’ambizione ben precisa: produrre birra artigianale di alta qualità per la birreria di Saluzzo, che sarebbe diventata la tap room ufficiale del birrificio. “Ricordo ancora con grande emozione e affetto la prima cotta preparata in quello che era stato il granaio di mio nonno,” racconta Ivano Astesana “Mentre lo vivevo non mi sarei mai immaginato che da quel momento la mia vita sarebbe cambiata radicalmente.“

Un successo inarrestabile: dalla provincia al Mondo intero
Ben presto, le i prodotti del Birrificio Granda iniziarono a essere apprezzate non solo sul territorio nazionale. Le richieste iniziarono ad arrivare da tutta la provincia, dall’Italia intera, e poi dall’estero, con la conquista di mercati esigenti come gli Stati Uniti, il Canada, la Francia, il Belgio, la Danimarca, il Portogallo, la Germania, la Svizzera e la Slovenia. Oggi, il Birrificio Granda è una realtà che impiega 11 addetti e produce circa 5.500 ettolitri di birra all’anno, distribuiti in tutto il mondo. Un successo che testimonia la visione, la determinazione e la passione del fondatore. Imprenditore di visione e capace di trasformare un sogno personale in un’impresa di successo internazionale.
Granda, terra di birra: un legame indissolubile con il territorio
“Granda” ovviamente è un omaggio al territorio, un richiamo al soprannome elettivo della provincia di Cuneo, la più grande del Piemonte. Ma Granda non è solo un luogo fisico; è anche un modo di fare le cose, un approccio meticoloso e pignolo, tipico dei cuneesi, con una grande attenzione alla qualità e una spiccata inventiva.
Il cuneese, da terra di vino e nocciole, a terra di birra, così nasce “Land of Beer” ovvero la birra come un’esperienza di viaggio, un cicerone alla scoperta dei valori fondanti del birrificio. Creatività, indipendenza e anticonformismo. Il Viaggiatore, il Dragone e lo Spirito, questi i personaggi che guidano il viaggio dall’etichetta al calice.

“Birrificio Granda – Land of Beer” si sviluppa in tre dimensioni concentriche e complementari: Granda come luogo fisico di produzione, Granda come territorio in cui il progetto vive e si sviluppa, e Granda come luogo immaginario dove i valori prendono forma e si esprimono attraverso prodotti e arte.
Un birrificio agricolo che valorizza il territorio
Granda coltiva l’orzo per le proprie birre in Friuli e in Puglia. Regioni con una solida tradizione nella coltivazione di questo cereale. La scelta di queste terre, oltre che per la loro vocazione alla produzione cerealicola, è stata anche strategica. La loro posizione geografica opposta permette a Granda di affrontare eventi avversi con la sicurezza di avere sempre a disposizione la materia prima necessaria.
Da qualche tempo infatti, il birrificio piemontese supera ampiamente il minimo richiesta per la denominazione di “birrificio agricolo” – la denominazione “birrificio agricolo” implica che la maggior parte delle materie prime utilizzate nella produzione, almeno il 51%, provenga dalla coltivazione di terreni di proprietà – coltivando direttamente quasi l’80% dell’orzo necessario per la produzione.
Pur essendo profondamente legata al territorio, Granda concentra una parte significativa delle sue energie nella ricerca di collaborazioni. Ognuna diventa un capitolo unico nella storia della birra, un incontro di persone e idee alla ricerca di un linguaggio comune. Con questo spirito collaborativo è nato il progetto “Be Grapeful” dove il mosto di uve Moscato della cantina Vite Colte di Barolo è l’ingrediente caratterizzante delle Italian Grape Ale (IGA) prodotte con birrifici di tutto il mondo. Negli ultimi due anni sono nate otto birre frutto proprio di scambi che spaziano dalla Danimarca all’Inghilterra, dalla Germania alla Norvegia, fino all’Olanda e all’Irlanda.
Un mondo di collaborazioni: l’apertura internazionale di granda
E ogni birra prodotta in condivisione è una “limited edition” con un particolare distintivo e irripetibile. Con BRLO, un birrificio di Berlino noto per la sua creatività e il suo stile non convenzionale, è nata la “Imperial Berliner Weisse“, birra dal colore giallo paglierino e dagli aromi di frutta bianca donati, appunto dai mosti della cantina Vite Colte di Barolo.

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E poi spiccano la “Barrel Redemption” in collaborazione con il Birrificio New Ream di Atlanta, in Georgia, con mosto di Nebbiolo e invecchiata in barrique da Barolo. La “Natural Absolution” realizzata con il birrificio belga De Ranke, impiegando mosto di Moscato e successivamente invecchiata in botte. La prima birra a fermentazione spontanea di Granda.
E ancora, con il birrificio olandese De Molen è stata realizzata una “Imperial Stout” unica nel suo genere. Utilizza anche tutte le parti dell’acino d’uva. Successivamente è stata la volta di Mikkeller, un birrificio danese con il quale è nata la “IPA Brut“, birra dall’aroma resinoso e ricco di profumi di agrume.
Tante le collaborazioni con birrifici italiani come Brewfirst, con il quale è nata Exotic Grape Catharina Sour arricchita da mosto di uve moscato e un mix di ananas, mango e guava. Canediguerra, unito a Granda dalle origini Piemontesi che hanno dato l’ispirazione per una Pastry Porter al mitico cioccolato Gianduia. Ma anche con Birrificio Italiano, creatore dello stile Italian Pils, insieme hanno creato la prima Hazy Italian Pils.
Il futuro del Birrificio Granda: nuove sfide e orizzonti
Guardando al futuro, Granda non ha intenzione di fermarsi. Il birrificio continua a esplorare nuovi orizzonti, sperimentando con ingredienti insoliti, tecniche di produzione all’avanguardia e collaborazioni stimolanti. L’obiettivo è quello di continuare a sorprendere e deliziare gli amanti della birra di tutto il mondo, con l’impegno per la sostenibilità e la responsabilità sociale al primo posto delle attenzioni.
Il birrificio adotta pratiche agricole rispettose dell’ambiente, riduce al minimo gli sprechi e sostiene progetti di sviluppo locale. Una visione olistica, che integra la produzione di birra con la tutela del territorio e il benessere della comunità.
Viaggiando nel cuneese, seguendo il profumo della birra, quella vera, quella che sa di terra e di sogni, arriverete dritti al birrificio Granda. Lì, tra un sorso e l’altro, potreste anche innamorarvi…della birra, s’intende! Ma non si sa mai, la magia della Granda è capace di tutto, anche di farvi trovare l’anima gemella. Perché, diciamocelo, una storia d’amore senza una buona birra artigianale è come una grigliata senza brace: semplicemente, non ha lo stesso sapore. E allora, alziamo i bicchieri e brindiamo alla Granda, terra di birra e di passioni, dove i sogni diventano realtà, e che realtà!
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