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L’Amerigo Vespucci è a casa adesso: la lunga rotta della nave più bella del mondo

Ha solcato oceani, attraversato continenti, raccontato l’Italia tra arte, tradizione e orgoglio nazionale. Ora, dopo quasi due anni in mare, l’Amerigo Vespucci è tornata a casa: non solo una nave, ma un simbolo vivente di eccellenza italiana.

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La Amerigo Vespucci. La nave più bella del mondo è tornata in Italia dopo un viaggio intorno al globo lungo quasi due anni. Si sprecano le similitudini con un celebre poema epico, ma quella del 10 giugno a Genova è stata davvero la giornata culmine di una lunga odissea iniziata il 1° luglio 2023. Con le sue vele spiegate ha attraversato oceani e continenti, portando il tricolore e il meglio dell’Italia in oltre 35 porti di 30 nazioni.

L’Amerigo Vespucci è lei stessa un simbolo di eccellenza, tant’è che nel 1962 la portaerei americana Independence la salutò affermando: “You are the most beautiful ship in the world”, fino a ripetersi anni dopo: “You are still, after 60 years, the most beautiful ship in the world”.

Una storia che unisce addestramento e diplomazia

Progettata nel 1931 dal Capitano di Fregata Francesco Rotundi, la Vespucci è da sempre la combinazione fra quella che è una scuola navale e un’ambasciatrice culturale. Ad oggi è la più antica imbarcazione a servizio della Marina Militare. Come ogni nave, ha anche lei il suo motto: “Non chi comincia ma quel che persevera”.

Sulla scia delle parole di Leonardo da Vinci che ne anticipano la vocazione, il Vespucci è da allora portavoce delle campagne di addestramento degli allievi dell’Accademia Navale. E della salvaguardia dell’ambiente marino. Dalle acque del Mediterraneo, dove ogni allievo ufficiale dell’Accademia assapora il suo primo battesimo del mare, ai più ampi spazi dell’Atlantico e del Pacifico, la nave ha tracciato una rotta non solo geografica. Ma ideologica. Dal 1931 a oggi l’Amerigo Vespucci ha formato migliaia di ufficiali della Marina Militare. Ogni estate, allievi dell’Accademia Navale di Livorno salgono a bordo per imparare l’arte
della navigazione. Perché alla fine di questo si tratta, di un’arte basata sullo spirito di squadra, sulla
gestione della fatica e sul rispetto del mare.

Un momento di festa in una delle tappe del tour mondiale dell'Amerigo Vespucci
L’Amerigo Vespucci in festa durante il tour

Eccellenza italiana a vele spiegate

A livello progettuale le sue linee ricordano quelle di un vascello a cavallo tra il XVIII-XIX secolo, architettura simile a quella del precedente Vespucci, incrociatore a motore e vela dalle dimensioni più ridotte, ma anch’esso nave- scuola, poi sostituito a fine servizio dall’attuale veliero. Lunga 101 metri, con un’altezza massima dell’albero maestro di 54 metri e un’estensione velica di oltre 2.600 metri quadrati, l’Amerigo Vespucci è una cattedrale galleggiante. Ogni elemento, dai fregi in bronzo dorato alle vele cucite a mano, testimonia l’artigianalità nostrana.

A bordo, la disciplina è ferrea. Gli allievi dell’Accademia imparano, oltre alla navigazione, il rispetto delle gerarchie, il lavoro di squadra, la responsabilità. Fin dalla sua prima missione il Vespucci ha toccato porti in tutto il mondo. Dall’Europa all’America del Sud, dai Caraibi alla Scandinavia, la nave ha rappresentato l’Italia nei principali eventi navali internazionali. Le sue apparizioni sono sempre accolte con entusiasmo da
tutti quei visitatori che hanno rivisto in lei ricordi di un passato fatto di migrazioni e racconti di eccellenze artigiane e umane.

Amerigo Vespucci: il giro del mondo 2023–2025

La nave scuola della marina italiana, l'Amerigo Vespucci, nel porto di Trieste
L’Amerigo Vespucci nel porto di Trieste

Tra le missioni più significative della sua storia recente, c’è il grande giro del mondo partito il 1° luglio 2023 da Genova. Un’impresa conclusasi lo scorso 10 giugno, lunga quasi due anni. “Il giro del mondo era il mio sogno da bambino, quando osservavo curioso le carte geografiche alle elementari della mia scuola a Ozieri, in Sardegna”, così scrive il Capitano di vascello Giuseppe Lai sul Notiziario della Marina. Un sogno comune a tanti e realizzato da un equipaggio che avrà per sempre impressi i momenti vissuti sul Vespucci. In quest’ultima avventura sono state affrontate anche le sfide contemporanee investendo sulla comunicazione digitale e sulla narrazione emozionale del viaggio.

Uno spunto diverso da tutte le precedenti missioni che ha dato un tocco di umanità in più necessario a rimarcare il concetto che il Vespucci non è solo acciaio, legno e vele. Ma un vero e proprio racconto vivente. Camminare sul suo ponte equivale a sfogliare un libro di memorie. Perché è lì che il mare racconta, il vento insegna e il silenzio accoglie.

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Cosa ci aspetta nel futuro dell’Amerigo Vespucci?

La Signora dei Mari ha tracciato una rotta che va ben oltre la mera geografia. Ha unito artigianato e diplomazia, moda, musica e gastronomia. Collaborazioni con artisti come Jago, che durante il tragitto ha esposto la sua prima opera bronzea La David ispirata alla celebre scultura di Michelangelo, sono state il culmine di un progetto di divulgazione a tutto tondo. Il 10 giugno a Genova non è stata solo una festa navale, ma il coronamento di questa grande avventura. E mentre l’Amerigo Vespucci si prepara a tornare in cantiere per i lavori di manutenzione, una domanda resta in sospeso: quale sarà il prossimo viaggio?

Autore

  • Patrizia Ferlini

    Dopo la laurea in architettura ho intrapreso il grande viaggio della vita, trasferendomi negli StatiUniti. Un lavoro da cuoca che ha segnato l’inizio del mio percorso nelle cucine in giro per il mondo. A questa esperienza ne sono seguite altre, fra cui il periodo in Sudafrica. Un’ avventura da aggiungere al bagaglio e altri scenari da poter narrare. Oggi, dalla mia nuova base ligure, scrivo per testate nazionali di gastronomia, architettura e viaggi. Una voglia, quella di condividere, che non smette mai di incuriosirmi e di farmi affrontare nuove scoperte.

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Scritto da
Patrizia Ferlini

Dopo la laurea in architettura ho intrapreso il grande viaggio della vita, trasferendomi negli StatiUniti. Un lavoro da cuoca che ha segnato l’inizio del mio percorso nelle cucine in giro per il mondo. A questa esperienza ne sono seguite altre, fra cui il periodo in Sudafrica. Un’ avventura da aggiungere al bagaglio e altri scenari da poter narrare. Oggi, dalla mia nuova base ligure, scrivo per testate nazionali di gastronomia, architettura e viaggi. Una voglia, quella di condividere, che non smette mai di incuriosirmi e di farmi affrontare nuove scoperte.

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